Come investire 40000 euro

“Cosa posso fare con 40000 euro?”. Rispondere a questa domanda permette di scoprire più di un tipo di investimenti che negli ultimi anni sono diventati possibili, grazie anche alle possibilità offerte dal digitale.

 

40000 euro da investire, perché?

Gli ultimi anni hanno messo a dura prova i risparmi dei privati. La pandemia prima e il quadro internazionale poi sembrano allontanare la prospettiva di stabilità in modo sempre più deciso. In un quadro così frastagliato è comunque possibile, per il risparmiatore, provare la via dell’investimento.

40000 euro è una somma di denaro di sicuro interesse, in ambito di investimenti. Allo stesso tempo, come sarà indicato nel dettaglio in seguito, con una adeguata consulenza finanziaria è possibile fare investimenti con somme molto basse: anche 10000 euro rappresentano un capitale di rischio con felici riuscite, nel lungo termine.

Perché investire 40.000 euro oggi? Perché si tratta di un tipo di investimento che può essere percorribile per almeno quattro ragioni:

    • perché sarà possibile costruire un capitale nel caso in cui l’obiettivo fosse un consolidamento dei risparmi
    • perché nel lungo periodo i rendimenti di un simile investimento possono essere cospicui
    • per proteggere una parte del proprio patrimonio da oscillazioni di moneta, inflazione e mercati
    • per partecipare alla evoluzione che PMI ad alto potenziale e startup offrono al mercato. Una partecipazione non solo economica, ma decisionale.

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Che tipo di investimenti scegliere?

Che si tratti di avviare una attività digitale, com’è il caso di un e-commerce, o si scelgano forme di investimenti sicuri anche se dal basso rendimento, come i titoli di Stato, le possibilità attualmente a disposizione del risparmiatore che volesse investire sono diverse.

40000 euro sono un capitale di rischio che può essere impiegato per investire in:

  • buoni fruttiferi postali
  • titoli di Stato
  • conti deposito
  • obbligazioni corporate
  • materie prime
  • real estate
  • attività, nello specifico l’e-commerce.

Con l’eccezione del real estate, e in parte delle materie prime e dell’e-commerce, si tratta in ogni caso di investimenti a basso rischio, che dunque richiedono il lungo periodo per poter esprimere al meglio dei rendimenti.

 

Investire in buoni fruttiferi postali

Insieme ai libretti di risparmio postale, i buoni fruttiferi dello Stato, che possono essere anche dematerializzati (ovvero privi di ricevuta o emissione di certificato cartaceo) rappresentano il risparmio postale. I buoni fruttiferi sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una S.p.A. con garanzia dello Stato. Si tratta di un tipo di investimento più simile al risparmio, con una quota di rischio pressoché nulla, e che presenta alcuni vantaggi:

  • è possibile sottoscrivere, e chiedere il rimborso della somma investita, in ogni ufficio postale
  • sia l’emissione sia il rimborso non richiedono commesse
  • anche importi estremamente bassi, come ad esempio 50 euro, rendono possibile la sottoscrizione
  • i rendimenti sono crescenti nel tempo
  • la restituzione di quanto investito può accadere in qualsiasi momento
  • gli interessi maturati hanno una tassazione agevolata del 12,50%.

A seconda della durata dell’investimento, che può essere di 3, 6, 12 e 16 anni, a scadenza dell’investimento i rendimenti lordi su base annua partiranno dall’1% fino al 3%.

 

Investire in titoli di Stato

Una seconda forma di investimento garantito è data dai titoli di Stato, che possono determinare forse somme molto basse in termini di rendimento, ma sicuramente pongono il capitale del privato al riparo rispetto alle oscillazioni e la volatilità di altre forme di investimento, com’è il caso del mercato azionario.

Quando si parla di titoli di Stato di parla di un tipo specifico di obbligazione. A sua volta l’obbligazione, in inglese bond, è un tipo di titolo acquistabile dal privato e che permette di:

  • avere diritto al rimborso del capitale
  • ricevere la cosiddetta cedola, l’interesse maturato prima della scadenza.

I titoli di Stato sono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze su base periodica. Servono a raccogliere capitale a copertura tanto del debito pubblico quanto del deficit pubblico, termine che indica una condizione di bilancio negativo da parte dello Stato.

Alla loro scadenza lo Stato, o la società emettitrice, sono tenuti a rimborsare il capitale ricevuto insieme agli interessi nel frattempo maturati.

La garanzia ha un costo, dal momento che i buoni di Stato hanno un rendimento medio inferiore all’1%. Interessi più alti si hanno con i Buoni del Tesoro Poliennali: titoli con una scadenza a medio e lungo termine la cui cedola, con interesse tra il 2% e il 4%, viene pagata su base semestrale.

 

Investimenti in conto deposito

Con il conto deposito si ha a che vedere con un contratto bancario. Si tratta di un tipo di contratto simile ai conti correnti, ma limitato ai prelievi e al versamento, con l’obbligo di avere un conto di appoggio necessario alle due uniche operazioni possibili.

Anche in questo caso si è più negli immediati dintorni del risparmio, e un po’ più lontani da un investimento propriamente detto. I conti deposito inoltre si specificano per il breve termine che comportano:

  • quando vincolati, con il minimo di 1 mese fino al massimo di 72 mesi, per il risparmiatore non è possibile fare alcun prelievo
  • quando non vincolati, è possibile mobilizzare il proprio capitale in ogni momento. Questa possibilità di prelievo determina tassi d’interesse più bassi.

Il tasso d’interesse, quando si ha a che fare con un conto deposito, è il vero e proprio rendimento garantito sull’importo investito dal singolo. Un rendimento di solito assestato su circa l’1%, con una tassazione del 26% rispetto a quanto maturato, cui si aggiunge l’imposta di bollo.

Questa forma di investimento, fino all’importo di 100000 euro, è garantita per legge dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
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Investimenti in obbligazioni corporate

Le obbligazioni corporate consistono in titoli di credito. Questi titoli possono essere emessi da:

  • società private
  • banche.

Anche in questo caso è previsto, a scadenza dell’obbligazione, un rimborso del 100% del capitale versato, insieme alla riscossione periodica della cedola. Le obbligazioni corporate prevedono un rendimento in due passaggi:

  • si parte dalla cedola, come appena indicato, che annualmente determina un tasso d’interesse. La cedola può essere infrannuale, quindi staccata in diverse occorrenze durante l’anno, oppure in una occasione in più anni
  • quando invece si ha una obbligazione emessa sotto la pari, il prezzo di emissione oppure il prezzo di riacquisto dell’obbligazione è inferiore rispetto al prezzo di rimborso alla scadenza. Questa differenza viene quindi suddivisa per gli anni che mancano alla data del rimborso e rapportata al capitale investito. Si ha quindi un supplemento di interesse.

Questo supplemento viene sommato infine alla cedola, ottenendo il rendimento complessivo. Si ricordi inoltre che la cedola può essere anche variabile. Può essere quindi legata ad uno specifico valore come, ad esempio, il tasso di inflazione.

I tassi di rendimento possono variare dall’1% fino anche al 12%. Più alto è il tasso di rendimento, maggiore è il rischio di esporre il capitale investito al rischio di perdita.

 

Investimenti in materie prime

Con il termine materie prime si intende un insieme di materie dalle origini differenti:

  • materie prime agricole oppure ambientali come ad esempio il grano o il legno
  • materie prime di origine animale quali la carne, il latte o le pelli
  • materie prime liquide o gassose quali acqua, idrogeno oppure ossigeno
  • materie prime rare fondamentali per la tecnologia come litio e rame.

Le materie prime sono chiamate commodity, sui quali è possibile investire 40000 euro sotto forma di:

  • azioni delle società che si trovano ad operare tanto nell’estrazione, o nella produzione, quanto nel commercio di specifiche materie prime
  • contratti future, un tipo di contratto derivato, che basa il suo valore sull’andamento di una attività sottostante
  • Exchange Traded Commodity (ETC), dei titoli privi di scadenza. Ad emetterli è una cosiddetta società veicolo sulla base di un investimento diretto, sulle materie prime, da parte della società emittente. Questi titoli, poi, sono negoziati sul mercato finanziario.

Anche l’oro, così come il petrolio, sono considerate materie prime passibili di investimento.

 

Investimenti in una attività

Aprire un’attività può essere una scelta redditizia? Sì, se l’attività in questione è un e-commerce. Con le vendite su territorio italiano che hanno superato i 34 miliardi di euro nel 2020, la prospettiva di investire 40000 in attività commerciali digitali diventa particolarmente profittevole.

Si ha e-commerce nella totalità delle transazioni digitali, transazioni che includono domanda e offerta. Ci sono due possibilità di e-commerce, secondo il Decreto Legislativo 70/2003:

  • e-commerce diretto, quando accade completamente online l’acquisto o lo scambio dei beni oppure dei servizi, o quando i beni o i servizi sono totalmente digitali. Come nel caso di musica in formato digitale
  • e-commerce indiretto nei casi in cui i beni o si servizi sono sì acquistati digitalmente, ma è offline il luogo dello scambio, attraverso la spedizione e quindi la consegna.

 

Investire 40000 euro con il crowdfunding

Se si vuole entrare di peso nella contemporaneità e nella innovazione, scegliere di investire 40000 euro per mezzo dell’Equity Crowdfunding è una soluzione da scegliere in ogni caso.

Questo tipo di investimento prende anche il nome di finanziamento partecipativo o finanziamento della folla. Per mezzo del crowdfunding, startup innovative o PMI con alto potenziale di crescita possono operare un bypass nei confronti degli istituti di credito e del mercato azionario, per chiedere fondi direttamente dai privati.

Una startup, o una PMI, che abbiano un prodotto oppure un servizio innovativo presentano la propria idea ad una piattaforma di crowdfunding, una piattaforma digitale (in Italia le piattaforme che permettono crowdfunding sono vigilate dalla Consob). La piattaforma permette l’apertura di una campagna per la raccolta del capitale, e l’investitore parteciperà alla campagna con il proprio capitale.

L’investitore, al termine della campagna e nel momento in cui la società finanziata produrrà utili, vedrà il proprio investimento maturare degli interessi. In più, a seconda di quanto investito, avrà la possibilità di contribuire, con le proprie idee, alla strategia della realtà finanziata.

 

Il crowdfunding e le sue nicchie

Il crowdfunding è una possibilità di investimento che permette di declinare su diverse nicchie di mercato il proprio capitale. L’investitore può decidere di dedicarsi al real estate, oppure diversificare i propri 40000 euro tra tecnologia dell’informazione e fintech.

Il crowdfunding immobiliare, che si tratti di logistica, di residenziale multifamily oppure di settore hotel, settore fondamentale se si vuole puntare sulle città d’arte o nel comparto resort, risulta essere una nicchia su cui investire 40000 con una prospettiva di guadagno interessante. Sempre in un’ottica a lungo termine.

Le nicchie del crowdfunding non finiscono qui. Espressione della sharing economy il crowdfunding è una forma di investimento attenta alle tematiche ambientali, come dimostrano gli investimenti che possono essere destinati al settore green e all’agribusiness.
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