BOT è la sigla che indica i buoni ordinari del Tesoro. Si tratta di titoli di stato a breve termine, la cui scadenza non può essere superiore ai 12 mesi
I BOT – buoni ordinari del Tesoro – sono titoli del debito pubblico italiano, che vengono emessi dal Tesoro (ministero dell’Economia e delle Finanze) per finanziare il debito di Stato, gli investimenti e le esigenze di liquidità a breve termine. Per quest’ultima ragione, la durata di un buono ordinario del tesoro è di massimo 12 mesi.
I buoni ordinari del Tesoro sono scelti da molti investitori che, talvolta, per diversificare il portafoglio, investono anche in altri strumenti come le azioni, i buoni fruttiferi o l’Equity Crowdfunding.
Come funzionano i BOT
Il rimborso dei buoni ordinari del Tesoro avviene in un’unica soluzione, al momento della scadenza prefissata. Chi investe in BOT deve essere consapevole che questi non prevedono lo stacco di cedole (per tale ragione vengono inclusi nella tipologia di titoli zero coupon).
Al momento dell’acquisto, il loro valore è inferiore rispetto al valore nominale. In sostanza, i buoni ordinari del Tesoro vengono emessi a sconto. Di conseguenza, la differenza fra i due valori rappresenta – al lordo di tasse e commissioni – il profitto offerto dai BOT. Secondo la definizione anglosassone, questi titoli vengono chiamati bill (bond di breve durata senza cedola).
Inoltre, i BOT vengono quotati sui mercati regolamentati. Dal punto di vista del rischio, poiché l’emittente è lo Stato e la durata è breve, sono tradizionalmente considerati molto sicuri. A tale dinamica si aggiunge il fatto che sono particolarmente vantaggiosi dal punto di vista fiscale, grazie a una tassazione agevolata.
Tipologie di BOT
I BOT vengono emessi dal Tesoro con scadenze generalmente a 3, 6 o 12 mesi. Esistono inoltre i cosiddetti BOT flessibili. In questo caso si fa riferimento a buoni del tesoro Ordinari con scadenze diverse dalle tre sopracitate, ma sempre nel limite massimo dei 12 mesi.
A differenza dei buoni ordinari del Tesoro semestrali e annuali, i BOT flessibili non seguono un calendario predefinito di aste mensili, ma vengono emessi in base alle esigenze delle casse pubbliche. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, inoltre, può offrire tranche aggiuntive di BOT già emessi.
Meccanismo d’asta
I BOT possono essere acquistati:
- all’asta, ovvero al momento dell’emissione
- sul mercato secondario, ossia il MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni).
Le aste dei BOT semestrali e annuali, come anticipato, vengono fatte con cadenza mensile (in particolare a fine mese e a metà mese). Invece, quando parliamo di Buoni flessibili e trimestrali la periodicità è variabile.
La procedura di vendita avviene attraverso aste competitive. Per parteciparvi bisogna essere un intermediario autorizzato, come una banca. Al momento dell’asta, le offerte non sono espresse in termini di prezzo, ma di rendimento.
Ogni intermediario ha facoltà di esprimere fino a un massimo di 5 offerte, indicando il nominale da sottoscrivere e il rendimento.
Il rendimento dei BOT
In parte abbiamo già accennato al rendimento dei BOT, che deriva dal cosiddetto scarto di emissione. La remunerazione, infatti, non dipende dalla ricezione di cedole periodiche, ma dalla differenza tra valore nominale incassato a scadenza, e il capitale investito.
Qui però bisogna distinguere le modalità di acquisto dei buoni ordinari del Tesoro, poiché il rendimento è calcolato in maniera diversa. Nel caso in cui i titoli siano acquistati sul mercato secondario, infatti, capitale investito è rappresentato dal prezzo di acquisto (non dal prezzo di emissione) e dalla vita residua del titolo.
Per calcolare il guadagno netto, inoltre, bisogna tenere a mente eventuali commissioni e l’imposta sostitutiva.
BOT: pro e contro
I buoni ordinari del Tesoro possiedono alcuni vantaggi, tra cui la breve durata, la liquidità, la sicurezza e la semplicità di calcolo. Relativamente alla tassazione, l’aliquota fiscale agevolata è del 12,5%. Tale percentuale va applicata alla differenza tra il valore di rimborso e il prezzo di sottoscrizione.
Per molti consumatori, i buoni ordinari del Tesoro rappresentano uno strumento d’investimento per chi non è molto propenso al rischio. Tuttavia, gli investimenti in BOT possono rappresentare anche una piccola percentuale del portafoglio complessivo di un investitore.
In molti casi, anche se è un prodotto sicuro, il BOT può tuttavia offrire rendimento negativo e c’è la possibilità che il valore di rimborso sia inferiore al prezzo di emissione. Spesso, negli ultimi anni, i buoni ordinari del Tesoro hanno dato rendimenti praticamente nulli e margini di guadagno ridotti al minimo.
Equity Crowdfunding
Gli investitori che mirano a rendimenti elevati, e sono disposti a rischi maggiori, utilizzano altri strumenti come l’Equity Crowdfunding. Prima di effettuare delle operazioni, infatti, è meglio essere consapevoli della propria propensione al rischio di investimento. Il rapporto rischio rendimento deve essere valutato con attenzione, alla luce delle esigenze e delle caratteristiche di ogni singolo investitore.
Tornando all’Equity Crowdfunding, possiamo definirlo come uno strumento che consente di investire nel capitale di rischio di società non quotate in Borsa. Farlo è molto semplice: basta registrarsi online presso una delle piattaforme vigilate da Consob. Una volta registrati, si può investire in pochi click, solitamente a partire da cifre contenute (250-500 euro).
Queste caratteristiche la rendono un’asset class innovativa, utile per diversificare il portafoglio.