Cos’è un portafoglio finanziario? Non è solo un insieme di prodotti finanziari che un investitore detiene. È il primo passo per investimenti che assicurino il rendimento più adatto e profittevole.
Cosa si intende per portafoglio finanziario
Ogni attività di investimento che si rispetti prevede delle strategie di investimento. Ogni strategia di investimento che renda prevede la costruzione di un portafoglio finanziario, o portafoglio di investimento. E cosa si intende esattamente con questo termine? Un portafoglio finanziario è l’insieme di tutti i prodotti finanziari che un investitore, oppure una istituzione finanziaria, detengono.
I prodotti finanziari che compongono un portafoglio di investimento possono essere diversi: azioni, obbligazioni, titoli di Stato, materie prime, oro, liquidità, fondi, derivati. Una parte del capitale di investimento può essere dedicata, inoltre, all’equity crowdfunding.
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Perché è utile un portafoglio finanziario
La principale utilità di un portafoglio finanziario consiste nella possibilità di diversificare i propri investimenti, aspetto fondamentale se si vuole ottenere una riduzione del rischio di perdita del capitale investito.
Nel caso in cui un investitore impegnasse 20.000 euro in azioni della società A che, in seguito ad un aumento del costo del carburante si trovasse in difficoltà nella distribuzione dei propri prodotti fino alla soglia della insostenibilità dei costi, con un deprezzamento dei propri titoli azionari, ecco che le perdite collegate a questo unico investimento potrebbero essere cospicue se non irrimediabili. La diversificazione è quindi ineludibile, insieme ad un altro aspetto di cui bisogna tenere conto: la correlazione, termine che indica la relazione che esiste tra due investimenti o più investimenti.
Se due investimenti sono correlati avranno andamenti simili, e determineranno nello stesso frangente rendimenti importanti o perdite forti. Gli investimenti decorrelati, al contrario, avranno comportamenti dissimili e nello stesso portafoglio un titolo di Stato, piuttosto stabile per definizione, potrà bilanciare le perdite dovute al deprezzamento di azioni in cui si è investita una quota di capitale di rischio.
Di cosa deve tenere conto un portafoglio d’investimento
Un portafoglio di finanza personale, per chi vuole investire oggi, deve tenere conto di ulteriori variabili strategiche, precedenti la scelta dei prodotti finanziari:
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- gli obiettivi dell’investimento, che possono essere molteplici. Si può infatti investire per difendere il proprio capitale, in tutto o in una sua parte, dalla “fisiologica” erosione dovuta all’inflazione, o perché si ha necessità di ulteriore capitale per investimenti nel settore immobiliare, oppure si ha la necessità di costruire un primo capitale di riferimento per i propri figli
- l’orizzonte temporale, che corrisponde all’arco di tempo durante il quale un investitore rinuncia ad una quota del proprio capitale destinato all’investimento. Questo arco di tempo può essere breve, medio e lungo e durare rispettivamente 12 mesi, 3 – 7 anni o più di 7 anni. La durata di un investimento è commisurata al rischio, perché se un investimento risulta rischioso è opportuno che l’orizzonte temporale sia lungo, così da poter gestire in modo più agevole le fluttuazioni del mercato
- il profilo di rischio cui si appartiene. Si tratta di un aspetto psicologico individuale, divisibile in quattro soglie di tolleranza che può essere bassa, media, sopra la media ed elevata. A queste quattro soglie di tolleranza corrispondono perdite minime, perdite annue fino al 15% del capitale investito, fino al 25% annuo e, infine, oltre il 25% annuo.
Gestione passiva e gestione attiva
Prima di arrivare costruire un portafoglio finanziario è bene sapere che ci sono due modalità di gestione:
- una gestione attiva che vede l’investitore operare cambiamenti e rimodulazioni di quote di capitale e di prodotti finanziari su base periodica, così da assicurarsi performance e rendimenti solidi. Certamente questo tipo di gestione richiede competenze finanziarie e capacità avanzate
- una gestione passiva, che prevede da parte del gestore degli investimenti la replicazione delle performance di un indice o più indici di riferimento. In base al regolamento di esecuzione UE 2021/1848 l’indice di riferimento, o benchmark, è un indice grazie al quale viene indicato l’importo da corrispondere dato uno strumento finanziario oppure un contratto finanziario oppure.
Per gli investitori che si trovano alla prima esperienza è consigliabile rivolgersi ad un consulente finanziario.
Costruzione di un portafoglio finanziario
Il portafoglio finanziario ideale è composto dai prodotti finanziari più adatti ai propri obiettivi. Le due componenti utili alla sua costruzione sono:
- l’asset allocation, ovvero il processo grazie al quale l’investitore, o il consulente finanziario, decidono le percentuali di capitale destinate alle diverse tipologie di investimento, con il fine di minimizzare i rischi e massimizzare i profitti. Le classi di investimento sono quattro. Le azioni, le obbligazioni, la liquidità e gli immobili
- l’asset class, ovvero la definizione in gruppi dei differenti tipi di investimenti finanziari secondo criteri di specificità e di similitudine di performance sul mercato.
Tra le differenti teorie volte alla costruzione del portafoglio perfetto, che performi con buoni margini di rendimento nel corso del tempo, viene indicata la teoria di Browne, che prende il nome del suo ideatore, Harry Browne, analista finanziario e politico di origini statunitensi.
Secondo la teoria di Browne il cosiddetto permanent portfolio, che dovrebbe garantire rendimenti nel tempo, va suddiviso come segue:
- un 25% del capitale va investito in azioni
- un 25% è destinato all’oro
- il restante 50% va diviso equamente in titoli governativi a breve e a lungo termine.
Una suddivisione tuttora valida, che sembra privilegiare la massima diversificazione.
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