Asset allocation: cos’è, come gestirla e cosa cambia dall’asset class

L’asset allocation indica la distribuzione delle risorse finanziarie all’interno di un portafoglio di investimenti. Per gestirla al meglio, spesso si ricorre all’asset manager

 

Quando si decide di investire i propri risparmi, è opportuno prendere confidenza con il concetto di asset allocation. In pratica, si tratta del processo con cui si stabilisce in che modo distribuire i propri soldi fra i possibili investimenti.

L’asset allocation non va confusa con l’asset class, che indica la natura dell’investimento. Per esempio, i titoli di debito (tra cui le obbligazioni) rappresentano un’asset class diversa da altri strumenti finanziari come le azioni. 

Gli investimenti gestiti dall’investitore tramite l’asset allocation, dunque, vengono generalmente suddivisi e organizzati per tipologie chiamate (appunto) asset class. Le modalità di organizzazione degli asset class, tuttavia, può essere fatta secondo diverse logiche:

  • Tipologia strumento: azioni, obbligazioni, buoni postali, finanza alternativa (es. Equity Crowdfunding)
  • Distinzione in base all’orizzonte temporale (breve/medio/lungo termine)
  • Disposizione geografica (Europa, Stati Uniti d’America, Paesi emergenti etc.)
  • Mercato di riferimento (nuove tecnologie, agro alimentare, insurance etc.)

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Come gestire l’asset allocation

Di seguito alcuni suggerimenti per gestire l’asset allocation:

Definire gli obiettivi: prima di iniziare a investire, è importante definire gli obiettivi di investimento a breve, medio e lungo termine. Ad esempio, si potrebbe avere l’obiettivo di guadagnare una certa quantità di denaro per la pensione o per l’acquisto di una casa. Questi obiettivi aiuteranno a stabilire le priorità di investimento e a determinare l’allocazione dell’asset.

Valutare il proprio profilo di rischio: ogni investitore ha un diverso livello di tolleranza al rischio. Una persona con un profilo di rischio basso, ad esempio, potrebbe preferire investire principalmente in obbligazioni e fondi immobiliari, mentre un investitore con un profilo di rischio elevato potrebbe preferire investire principalmente in azioni. E’ importante fare una valutazione oggettiva del proprio profilo di rischio per determinare l’allocazione più appropriata.

Monitorare il portafoglio: è importante monitorare regolarmente il portafoglio e apportare modifiche all’asset allocation in base alle condizioni di mercato e ai cambiamenti negli obiettivi di investimento. Ad esempio, se si avvicina il momento in cui si deve utilizzare i propri investimenti per un determinato obiettivo, si potrebbe optare per una maggiore allocazione in titoli a basso rischio.

Una rigorosa gestione dell’asset allocation può aiutare a massimizzare il rendimento e a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.

 

L’asset manager

Nella maggioranza dei casi, l’asset allocation viene elaborata da intermediari – investitori professionali e/o istituzionali, società di gestione del risparmio – dietro mandato dei rispettivi clienti. Infatti, gestire l’asset allocation e individuare la corretta suddivisione per asset class, in base alle specifiche esigenze di ogni individuo, non è un’attività semplice.

Per questo esiste la figura dell’asset manager, ossia da colui che decide, da solo o con l’ausilio di un team, come allocare le risorse nel rispetto degli accordi presi con i clienti. Qual è l’obiettivo dell’asset allocation? La risposta è chiara: raggiungere una gestione ottimale del portafoglio, raggiungendo un equilibrio che, sempre in base alle aspettative del cliente, consenta di massimizzare il rendimento e contenere il rischio (per quanto possibile).

Bisogna infatti tenere a mente che rendimento e rischio tendono ad essere proporzionali: in generale, un’attività ad alto rischio ha un potenziale rendimento elevato. Viceversa, le attività a basso rischio presentano anche bassi guadagni.

Per tale dinamica, il rischio è valutato come uno dei parametri fondamentali per distinguere gli investimenti. Tendenzialmente, prima di allocare le risorse finanziarie, si tiene infatti conto del:

  • rischio specifico
  • rischio generico

Con rischio specifico si intende un rischio legato alla natura dell’investimento. Ad esempio, nel caso di un investimento azionario, il rischio specifico sarà dato dalle caratteristiche economiche della società emittente. Come lo stato del conto economico, la solidità del patrimonio, le prospettive di crescita, il posizionamento dell’impresa rispetto ai competitor.

Il rischio generico (o sistemico) indica  il rischio a cui il singolo investimento è sottoposto per via delle oscillazioni del mercato. E’ un rischio particolarmente difficile da contenere, nonostante le possibili diversificazioni del portafoglio finanziario (a differenza del rischio generico).

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Approcci di asset allocation

L’asset allocation, solitamente, viene differenziata secondo tre categorie, in base a tre diversi approcci:

  • asset allocation strategica
  • asset allocation tattica
  • asset allocation dinamica

L’asset allocation strategica indica un’impostazione basata su investimenti con un orizzonte temporale di medio e lungo periodo.

L’asset allocation tattica, al contrario, è caratterizzata da un orizzonte di breve termine e, pertanto, si orienta seguendo una visione del mercato contingente rispetto a quella strategica. Solitamente, tale approccio di asset allocation è utilizzato per cavalcare specifici e temporanei trend del mercato.

Infine, l’asset allocation dinamica indica un’allocazione delle risorse ancora più focalizzata su una aspettativa temporale di breve termine. In questo caso, tuttavia, le variazioni del portafoglio sono conseguenti a oscillazioni improvvise del mercato. Ad esempio, in data X si assiste a una rapida ascesa dei titoli azionari assicurativi e l’asset manager decide di seguire la scia.

In qualsiasi tipologia di approccio va comunque considerato il fattore tempo (timing): ovvero il momento di ingresso e quello di uscita di un determinato investimento.

 

Altre tipologie di asset allocation

Esistono ulteriori approcci all’asset allocation, tra cui:

  • Asset allocation basata sull’età: questa tipologia prevede di suddividere gli investimenti in base all’età dell’investitore. Ad esempio, un investitore giovane potrebbe investire di più in azioni rispetto a un investitore anziano.
  • Asset allocation basata sulle preferenze personali: questa tipologia prevede di suddividere gli investimenti in base alle preferenze personali dell’investitore. Ad esempio, un investitore potrebbe preferire investire in azioni di società tecnologiche.
  • Asset allocation basata sull’obiettivo di investimento: questa tipologia prevede di suddividere gli investimenti in base all’obiettivo di investimento dell’investitore. Ad esempio, un investitore che cerca di ottenere un reddito stabile potrebbe investire di più in obbligazioni rispetto a un investitore che cerca un alto rendimento a lungo termine.

Asset allocation basata sulle condizioni di mercato: questa tipologia prevede di suddividere gli investimenti in base alle condizioni di mercato attuali. Ad esempio, un investitore potrebbe investire di più in azioni quando il mercato azionario è in crescita e di più in obbligazioni quando il mercato è in declino.

 

Equity Crowdfunding, un’asset class innovativa

Grazie all’Equity Crowdfunding è possibile investire nel capitale di rischio di società non quotate in Borsa. Farlo è molto semplice: basta registrarsi online presso una delle piattaforme vigilate da Consob. Una volta registrati, si può investire in pochi click, solitamente a partire da cifre contenute (250-500 euro).

Queste caratteristiche la rendono un’asset class innovativa, utile per diversificare il portafoglio. Prima di effettuare delle operazioni, è meglio essere consapevoli della propria propensione al rischio d investimento. Il rapporto rischio rendimento deve essere valutato con attenzione, perché gli investimenti in crowdfunding sono ad alto rischio ma possono essere molto remunerativi.

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