Cos’è e come gestire la diversificazione

Diversificare gli investimenti comporta una riduzione del rischio e di conseguenza una riduzione della perdita di capitale. Approfondiamo il perché e i metodi per un portafoglio diversificato.

 

Cosa significa il termine diversificazione?

Nel contesto dell’economia finanziaria il termine diversificazione di un portafoglio di titoli indica una strategia di investimento volta alla riduzione del rischio, così da permettere all’investitore il raggiungimento degli obiettivi finanziari con, inoltre, una maggiore stabilità del rendimento complessivo del proprio portafoglio finanziario. Nel medio come nel lungo termine.

Non diversificare comporta infatti rischi notevoli, perché investire una parte cospicua o integrale del proprio capitale o dei propri risparmi in un’unica asset class, ovvero in una sola tipologia di investimenti, può comportare la perdita integrale del capitale investito, come in effetti può accadere quando si investe in via del tutto esclusiva in obbligazioni oppure in azioni. Due strumenti finanziari che esprimono il meglio di sé proprio in un contesto di diversificazione di investimenti.
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Perché diversificare?

La ragione principale per cui diversificare i propri investimenti è la sicurezza, perché per quanto gli strumenti finanziari possano assicurare percentuali di rendimento, questi strumenti per loro stessa natura sono “turbolenti” e volatili. La volatilità, nello specifico, indica la variazione del prezzo, nel corso del tempo, di uno strumento finanziario; una variazione che si esprime in punti percentuali.

Un portafoglio ben diversificato, quindi, farà in modo che una intera asset class o uno strumento finanziario, qualora dovessero esprimere una performance negativa, avranno un contrappeso dagli altri asset del portafoglio. Se un investitore ha esposto, per esempio, il 25% del proprio portafoglio con investimenti in obbligazioni e azioni, che sono poi risultati poco performanti, ecco che l’avere esposto un 20% del proprio capitale in materie prime può controbilanciare le potenziali perdite.

Occorre ora specificare un concetto estremamente rilevante: la correlazione. Due strumenti finanziari, una obbligazione ed una azione oppure due azioni appartenenti a società emittenti diverse, sono in correlazione quando all’accadere di specifici eventi due o più investimenti hanno una relazione reciproca. Una relazione che si esprime con +1, quando si ha identico andamento, e -1 quando l’andamento è del tutto opposto. In questa ottica, la composizione di un portafoglio differenziato dovrà necessariamente tenere conto di strumenti finanziari che non siano perfettamente correlati tra loro.

 

Perché la diversificazione riduce il rischio?

La non correlazione degli strumenti finanziari di un portafoglio di investimenti è un aspetto imprescindibile della diversificazione. L’investitore, o l’intermediario che lavora alla composizione di un portafoglio, aggiunge inoltre diversi titoli che hanno scadenze diverse, così da operare un frazionamento del rischio complessivo del portafoglio.

Grazie alle scadenze diverse sarà possibile non solo frazionare il rischio complessivo del portafoglio, dal momento che il capitale di rischio risulta esposto su più fronti d’investimento, ma soprattutto si potrà operare con maggiore precisione una previsione di rischio e di rendimento dei singoli strumenti finanziari scelti.

La diversificazione tanto dei tempi quanto degli strumenti in cui si è investito permette, in definitiva, di studiare in modo più granulare i potenziali rendimenti, anticipando in sede di previsione possibili perdite e permettendo di svolgere correttivi in corso d’opera.
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Cosa è esattamente la diversificazione del rischio?

Diversificare il rischio, quindi costruire un portafoglio ben diversificato, è una attività che può essere svolta con diversi approcci. I principali approcci della diversificazione possono essere suddivisi per:

  • Paese, dal momento che esporre il proprio capitale a investimenti dislocati in differenti Paesi e differenti mercati finanziari svincola di fatto gli investimenti dalle sorti di un unico contesto finanziario. I Paesi emergenti, che possono determinare rendimenti cospicui, sono anche i più rischiosi, e vanno controbilanciati con investimenti in Paesi più “calmi” e prevedibili
  • classi d’investimento nelle quali è possibile suddividere il proprio capitale di rischio. Si parla di materie prime, real estate, liquidità, azioni e obbligazioni
  • orizzonte temporale tipico e specifico per ogni classe di investimento. Le azioni, le obbligazioni, le start up innovative e gli investimenti immobiliari appartengono solitamente al lungo termine. I conti deposito sono un esempio di investimento a breve e medio termine
  • stile di investimento o approccio d’investimento che può essere growth, se orientato verso aziende con tassi di crescita superiori rispetto al mercato e alla concorrenza e con estrema volatilità, o può essere value, orientato verso azioni con un dividendo più basso e un rischio estremamente più contenuto
  • settori, perché investire in una vasta gamma di settori quali industria, IT o energia, per fare pochi esempi, permette in linea teorica non solo di ridurre il rischio ma anche di massimizzare i profitti.

L’asset allocation è il termine che esprime l’attività, svolta dall’investitore in prima persona o da un consulente finanziario, di combinare insieme più attività finanziarie.

 

Come diversificare il proprio portafoglio?

La diversificazione, bisogna integrare, può quindi essere:

  • verticale quando si effettuano investimenti in asset class differenti
  • orizzontale nei casi in cui si effettuano investimenti nella stessa categoria di asset class attraverso l’acquisto di diversi strumenti. Nell’asset class dei beni di lusso, ad esempio, si può investire in gioielli, opere d’arte o vini pregiati.

Un esempio di portafoglio diversificato può arrivare da Ray Delio, imprenditore USA fondatore della Bridgewater Associates, la più grande realtà che si occupi di hedge fund. Secondo Delio è possibile comporre un portafoglio, cui ha dato il nome All weather, quindi valido in ogni circostanza e condizione dei mercati, che risulta essere composto da investimenti in:

    • oro per il 7,5%
    • materie prime per il 7,5%
    • obbligazioni a medio termine per il 15%
    • azioni per il 30% degli investimenti
    • obbligazioni a lungo termine per il rimanente 40% del capitale di rischio.

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I diversi livelli della diversificazione

Come si è indicato, la principale tecnica alla base della diversificazione consiste nel saper costruire un portafoglio che sia composto da differenti asset. In questo modo sarà possibile, avere maggiori rendimenti a lungo termine e, contemporaneamente, si potrà avere una riduzione sia del rischio che della volatilità.

Le possibilità con cui attuare una diversificazione sono diverse. Di seguito sono indicate le principali:

  • scegliere titoli e asset diversi, come accade nella diversificazione verticale indicata in precedenza. Si tratta del modo più semplice, per così dire, grazie al quale ottenere una diminuzione dei rischi specifici legati da una sola emissione
  • operare una diversificazione per fattori di rischio degli asset scelti, anche in base alla propensione al rischio rilevata dall’eventuale consulente finanziario interpellato
  • tenere conto della propria liquidità nella scelta dei prodotti finanziari su cui investire. Dal momento che un investitore con un budget, ad esempio, di 10000 euro e con una scarsa propensione al rischio dovrà investire comunque su asset dai rendimenti relativamente bassi e allo stesso tempo sicuri. Laddove chi dispone di importi quali 50000 euro e ha maggiore esperienza, può tentare la strada degli investimenti tendenzialmente più volatili.

 

L’importanza del coefficiente di correlazione

La riduzione del rischio d’investimento, possibile attraverso la costruzione di un portafoglio opportunamente diversificato, è bene avvalersi del concetto di correlazione. La correlazione, per la statistica, corrisponde alla misurazione della intensità delle relazioni che intercorrono tra due variabili. Questa intensità viene misurata attraverso il coefficiente di correlazione. I valori sono ricompresi tra -1,0 e +1,0.

Come viene utilizzato questo intervallo di valori? Quando le variabili in esame, come ad esempio il rendimento di una obbligazione e delle azioni di una data S.p.A., si muovono in direzioni contrarie tra loro, il coefficiente di correlazione risulta negativo. Quando la direzione è identica, il coefficiente di correlazione risulta essere positivo.

Conoscere i coefficienti di correlazione tra le diverse tipologie di asset class, materie prime e mercato obbligazionario, o liquidità e mercato immobiliare, ad esempio, è uno strumento essenziale per comprendere a quali classi di investimento rivolgersi. Quando le correlazioni tra le diverse asset class risultano essere inferiori a 1, vuol dire che si ha una buona diversificazione nelle performance; se invece il coefficiente è positivo e tende all’uno, i prodotti finanziari hanno performance simili, e si è in assenza di correlazione.

 

La tavola periodica di Callan

Esiste una nutrita quantità di strumenti che permettono di aiutare a comporre un portafoglio di investimenti diversificato. Uno strumento che può essere d’aiuto è la cosiddetta Tavola Periodica di Callan, in inglese: Callan Periodic Table of Investment-Returns. Uno strumento che arriva dalla società Callan una delle più grandi realtà statunitensi di consulting finanziario.

Si tratta di una tabella, realizzata sulla scorta della tavola periodica degli elementi, grazie alla quale è possibile comprendere un aspetto importante della diversificazione: il market timing. La variabile del tempo diviene il filtro attraverso cui valutare alcune variabili quali:

  • performance, a confronto, di azioni e obbligazioni
  • differenze tra grandi e piccole capitalizzazioni
  • redimenti del mercato azionario.

I prodotti finanziari presi in considerazione sono in tutto otto, e vengono analizzati dal migliore al peggiore, in termini di rendimento. Da specificare come la Tavola Periodica di Callan sia aggiornata su base annuale.

Da questa Tavola Periodica si ricavano due princìpi fondamentali per l’investimento: investimenti distribuiti su più asset riducono tendenzialmente il rischio d’investimento. Le performance accadute in passato non hanno alcun valore predittivo, e di garanzia, per le performance di investimenti futuri.
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Diversificazione con l’equity crowdfunding

In ambito di portafoglio diversificato, si può indicare una forma di investimento alternativo quale l’equity crowdfunding. Si tratta di un tipo di investimento che negli ultimi 15 anni si è sviluppato in diversi settori, come l’immobiliare o il settore green, per fare due esempi.

Investire del capitale in equity crowdfunding vuol dire affacciarsi in nicchie nelle quali operano PMI ad alto tasso di innovazione e startup. Si tratta di un tipo di investimento che espone a rischi più misurabili l’investimento, e ben si adatta per bilanciare eventuali investimenti più rischiosi nel mercato azionario, ad esempio. Il termine equity vuol dire quota, e chi investe in equity crowdfunding acquista una parte di società, non quotata in borsa, insieme ad altri investitori.

Il crowdfunding, inoltre, può essere considerato una forma di investimento che rende l’investitore più consapevole non solo dei rischi, ma anche delle scelte legate al proprio investimento, poiché permette, sopra specifiche soglie di quota capitale, anche di partecipare al board della PMI o della startup per la quale ha investito.

 

Diversificare il portafoglio per superare l’inflazione

L’inflazione è una realtà economica che può avere un impatto significativo sul potere d’acquisto del denaro nel corso del tempo. Quando l’inflazione supera il tasso di interesse che si guadagna su investimenti tradizionali come i conti bancari o i titoli di Stato, il tuo denaro perde valore reale. 

Pertanto, è essenziale adottare una strategia di investimento mirata a superare l’inflazione e preservare il potere d’acquisto del tuo capitale nel lungo termine. Una delle principali strategie per farlo è proprio la diversificazione del portafoglio.

La diversificazione non è solo un principio fondamentale della gestione del portafoglio in modo da ridurre il rischio complessivo. Infatti, al contempo è un metodo per guadagnare con performance superiori all’inflazione.

 

Gestione e monitoraggio di un portafoglio diversificato

Gestione attiva e passiva

Quando pianifichi una strategia di investimento, puoi anche scegliere tra strategie di gestione attiva e passiva per il tuo portafoglio. La gestione attiva coinvolge la selezione e la gestione attiva degli investimenti da parte di un gestore di fondi, mentre la gestione passiva si basa su fondi indicizzati che replicano l’andamento di un indice di riferimento. Entrambe le strategie hanno i loro vantaggi, e la scelta dipenderà dalle tue preferenze personali e dalla tua prospettiva a lungo termine.

Monitoraggio e aggiornamenti

La diversificazione del portafoglio non è una strategia “imposta e dimenticata”. È importante monitorare regolarmente il tuo portafoglio e apportare eventuali aggiornamenti in base alle condizioni di mercato e agli obiettivi finanziari. Ribilanciare il portafoglio, ovvero riallineare la distribuzione degli investimenti alle tue obiettive percentuali target, è una pratica comune per mantenere la diversificazione.

 

Diversificare con il settore tech

Negli ultimi decenni, il settore tecnologico ha rivoluzionato il modo in cui viviamo e lavoriamo. Le aziende tecnologiche sono diventate alcune delle più grandi e redditizie del mondo, rendendo gli investimenti nel settore tecnologico una scelta allettante per molti investitori. Tuttavia, investire in un unico settore può comportare rischi significativi. Ma se qualche investitore decide di puntare sul tech, di seguito vedremo alcuni accorgimenti, meglio se affiancati da investimenti anche in altri comparti.

1. Investire in diversi Sub-settori Tecnologici

Il settore tecnologico non è omogeneo; è composto da molteplici sub-settori. Alcuni esempi includono l’hardware, il software, l’intelligenza artificiale, la cibersicurezza, la sanità digitale e le energie rinnovabili. Investire in una varietà di sub-settori può aiutarti a bilanciare il rischio. Ad esempio, mentre le aziende di hardware possono essere sensibili alle fluttuazioni economiche, le aziende di software potrebbero avere un flusso di entrate più stabile.

2. Diversificazione Geografica

Non limitarti a investire solo in aziende tecnologiche domestiche. Guarda anche all’estero. L’innovazione tecnologica è globale, e molte opportunità si trovano al di fuori del tuo paese di residenza. Acquisire azioni di aziende tecnologiche in diverse regioni del mondo può aiutarti a ridurre il rischio legato a eventi specifici a una regione.

3. Considera ETF e Fondi Comuni di Investimento

Se non vuoi selezionare singole azioni tecnologiche, puoi optare per Exchange-Traded Funds (ETF) o fondi comuni di investimento che si concentrano sul settore tecnologico. Questi veicoli di investimento offrono una diversificazione automatica poiché contengono una serie di azioni tecnologiche. Inoltre, molti ETF seguono indici di settore, il che significa che seguono l’andamento generale del settore.

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