Cos’è il potere d’acquisto e perché condiziona i nostri risparmi

Il potere d’acquisto è una misura che indica la quantità di beni e servizi acquistabili con una data unità di valuta. Come viene calcolato e, soprattutto, in che modo è possibile contrastarne la diminuzione?

 

Potere di acquisto, una definizione

La quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con una specifica unità di valuta prende il nome di potere di acquisto. È possibile dare una seconda definizione, più diretta. Il potere di acquisto è la quantità di merci che, dati i prezzi in vigore sul mercato, possono essere acquistati in uno specifico momento con una specifica quantità di moneta.

Una formula con la quale è possibile fare una sintesi di questo concetto è: Pa = 1/P, formula nella quale Pa indica il potere d’acquisto di una moneta, mentre P indica il prezzo della merce. Pa e P possono essere definiti espressioni reciproche, dal momento che con l’aumento dei prezzi diminuisce la capacità di acquistare beni e servizi.

Il potere d’acquisto di una moneta può dipendere da diverse variabili: i prezzi dei generi alimentari, ad esempio, i costi delle materie prime oppure i rincari dei carburanti. Con l’aumento di queste merci, ecco che il costo della vista sale e, di nuovo, la capacità d’acquisto di uno stipendio, ad esempio, si riduce.
Scopri dove investire

 

Come cambia il potere di acquisto?

Gli esempi appena indicati sono solo alcune delle variabili che incidono sulla capacità d’acquisto di una moneta. La variabile che va tenuta in assoluta considerazione è l’inflazione, poiché con l’aumentare dell’inflazione il potere d‘acquisto di una valuta diminuisce.

L’inflazione viene misurata per mezzo del cosiddetto indice dei prezzi al consumo. Si tratta di uno strumento statistico con il quale è possibile misurare le variazioni di prezzi, in un dato arco di tempo, di un dato insieme di beni e di servizi che prende il nome di paniere. Il paniere, da parte sua, rappresenta i consumi effettivi delle famiglie in un dato anno. L’ISTAT si occupa di determinare tre indici per i prezzi al consumo:

  • NIC, indice che si riferisce all’intero Paese
  • FOI, indice relativo alle famiglie di impiegati e operai
  • IPCA, indice armonizzato europeo.

Per capire in che modo cambia il potere d’acquisto di una valuta, può essere svolto un esempio molto concreto. Si prenda come riferimento un importo di 100.000 euro e lo si metta in reazioni con tre ipotesi di inflazione: 2%, 4% e 6%. Entro 1 anno, come primo arco di tempo, i 100.000 euro iniziali diventeranno, con i tre tassi di inflazione, rispettivamente 98.000, 96.000 e 94.000. E dopo 20 anni il potere d’acquisto dei 100.000 euro iniziali corrisponderà a circa 66.000 euro.
Scopri dove investire

 

Come difendere il potere d’acquisto?

In questa ottica risulta essenziale difendere il potere d’acquisto e depositare i propri contanti del conto corrente non è affatto una strategia di difesa dei propri risparmi. Piuttosto, sarebbe più opportuno scegliere una tra le diverse possibilità di investimento oggi disponibili.

Per difendere i propri risparmi non servono investimenti rischiosi, è importante invece essere in grado di comporre un portafoglio di investimenti che, seguendo il principio della diversificazione, assicuri una buona difesa di una parte dei propri risparmi. Gli strumenti finanziari che permettono di mantenere una bassa soglia di rischio, con rendimenti capaci di contrastare gli effetti erosivi dell’inflazione possono essere:

  • i buoni fruttiferi postali, che possono avere rendimenti annui del 2%
  • i titoli di Stato, specifici tipi obbligazioni, o bond, che se acquistati con scadenza decennale possono arrivare ad un rendimento del 4%.

Esiste tuttavia anche la possibilità di investire i propri risparmi in un contesto più dinamico e un approccio meno difensivo. Il settore fintech, ovvero il settore della tecnologia applicata alla finanza, permette infatti la possibilità di investire i propri risparmi per mezzo dell’equity crowdfunding.

L’equity crowdfunding permette di investire una parte dei propri risparmi in realtà innovative non quotate in borsa, come startup e PMI, con ritorni di investimento che nel concreto annullano l’azione inflattiva. CleanBnB, per fare un esempio, è una startup che nel 2017 si è affidata proprio a CrowdFundMe per la campagna di raccolta fondi e nel 2019, con la quotazione in borsa, è riuscita a ripagare i suoi investitori con un ritorno di investimento pari a 20 volte il capitale di rischio impegnato.
Scopri dove investire

Devi essere autenticato per lasciare un commento