Piano di accumulo: tutto quello che c’è da sapere

I piani di accumulo possono essere una valida soluzione per chi vuole accrescere il proprio capitale nel corso del tempo. Scopriamo allora cos’è un PAC, come aprirlo e quali vantaggi presenta.

 

Cos’è un piano di accumulo?

Il piano di accumulo del capitale, il cui acronimo è PAC, è una tipologia di investimento che contempla l’acquisto di strumenti finanziari attraverso il versamento del proprio capitale su base periodica. L’obiettivo ultimo è l’accrescimento del capitale per gradi, nel corso del tempo.

In termini più esatti, un PAC avviene attraverso la sottoscrizione a:

  • fondi comuni di investimento, fondi gestiti da SGR, società di gestione del risparmio che investono come fosse un solo patrimonio i capitali versati da diversi risparmiatori. Investimenti effettuati in attività finanziarie, in immobili, con particolare attenzione alla riduzione del rischio
  • OICR, ovvero Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio come le SICAV, delle S.p.A. di intermediazione finanziaria che si occupano di investire il capitale raccolto attraverso l’offerta delle proprie azioni al pubblico.

L’investitore può, attraverso un PAC, investire il proprio risparmio in modalità rateale, senza la necessità di investire somme importanti, come 50000 o 100000 euro, e con una esposizione, nei confronti dei mercati finanziari, progressiva.
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Perché fare un PAC? E per chi è utile?

Nel contesto di un portafoglio di investimento diversificato, un piano di accumulo può svolgere due principali obiettivi:

  • la creazione oppure l’incremento del proprio patrimonio, per le possibili necessità di spesa futura
  • un miglioramento nel rapporto tra rischio e rendimento rispetto agli investimenti svolti.

Il PAC serve di base alla creazione di ricchezza, che in un secondo momento sarà investita. A differenza di quanto può accadere con l’accantonare una somma in un conto corrente, o in un salvadanaio, quando si sottoscrive un PAC la somma impiegata beneficerà di una rivalutazione di capitale, evitando perdite in termini reali. Gli investimenti a medio e lungo termine sono preferibili, se si vuole investire in una soluzione PAC.

Il rapporto tra rischio e rendimento risulta migliorato perché gli investimenti accadono sia in fase di ribasso che in fase di rialzo, nei mercati finanziari, riducendo il margine di errore nel momento d’ingresso del proprio investimento.

Un PAC può essere una modalità di investimento valida per:

  • chi lavora con partita IVA e, più in generale, per gli imprenditori. Sono due categorie che, nel momento in cui andranno in pensione, rischiano la maggiore penalizzazione, e la sottoscrizione di un PAC è assimilabile ad una pensione integrativa
  • i genitori che vogliono mettere da parte del capitale per i propri figli, senza che il valore reale della somma accantonata sia eroso dall’inflazione
  • chi ha un profilo di rischio medio e desidera rendimenti maggiori rispetto a quanto può offrire il mercato finanziario.

 

Quando iniziare un PAC?

La sottoscrizione ad un piano d’accumulo può avvenire in qualsiasi momento della propria vita finanziaria. Ma dal momento che questo tipo di investimento consente elasticità e un discreto margine di rendimento, come sarà approfondito a breve, iniziare quanto prima è consigliabile.

Si consiglia di investire oggi attraverso la sottoscrizione ad un PAC in tempi relativamente brevi, rispetto ai propri obiettivi finanziari e di impiego del capitale, anche perché la durata del piano, il suo orizzonte temporale, può essere media, e quindi interessare 5, 6 anni, ma anche lunga, arrivare fino ai 10 anni.
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Come funziona un piano di accumulo?

Solitamente un PAC si fonda su versamenti periodici con i quali è possibile effettuare investimenti regolari attraverso dei fondi comuni di investimento. Al riguardo si specifica che:

  • chi investe può decidere sia l’importo, anche 50 euro possono essere sufficienti in linea teorica, sia la frequenza dei versamenti, che può essere tanto mensile quanto annuale o con frequenze intermedie
  • poiché questa tipologia di investimento è distribuita nel tempo, è bene ricordarlo, si dà la possibilità di assorbire i cicli negativi esaltando il rendimento dei cicli positivi
  • sono possibili la sospensione e il riscatto del capitale accumulato, parzialmente o integralmente, in ogni momento.

L’acquisto dilazionato nel tempo di prodotti finanziari è un modello analogo al Dollar Cost Averaging, una strategia di investimento che prevede l’acquisto di azioni non in una unica soluzione, ma con cadenza regolare, ad esempio mensile, con identica quota di capitale.

I piani di accumulo possono essere sottoscritti attraverso un istituto di credito, ed è importante che prima della sottoscrizione si conoscano i costi e le commissioni. Banche che prevedono dei costi di ingresso o dei costi sotto forma di penale, se si chiude la sottoscrizione prima dei tempi stabiliti, non dovrebbero essere preferite.

E quanto costa aprire un PAC? Dipende dall’istituto di credito cui ci si affida. Alcuni istituti di credito infatti chiedono un contributo iniziale che può essere anche di 5000 euro o può corrispondere al versamento di 3, ad esempio, o 6 versamenti mensili la cui entità è stabilita al momento della sottoscrizione. Meglio allora orientarsi verso un istituto che offre un’apertura di sottoscrizione senza costi.

 

Quali vantaggi presenta?

Non c’è un piano di accumulo migliore in termini assoluti. Esiste piuttosto un piano di accumulo più vantaggioso per i propri obiettivi di investimento. Esistono comunque vantaggi che si adattano ad ogni obiettivo d’investimento.

Il primo vantaggio è dato dalla riduzione della volatilità che un PAC permette, dal momento che è possibile, per chi sottoscrive un PAC, decidere entità e frequenza dell’importo da versare e, se necessario, intervenire per cambiamenti sulla periodicità dei versamenti.

Un secondo vantaggio è dato dal timing, come si indicava, ovvero alla eliminazione della componente stagionale, poiché gli investimenti non sono svolti in un’unica soluzione ma sono diluiti in più lassi di tempo, così da assorbire l’urto della volatilità e dei rischi legati ai mercati finanziari.

Un terzo vantaggio è dato dall’accantonamento costante di una data somma, un vantaggio di tipo psicologico, una buona pratica comportamentale per chi decide di investire, indipendentemente dal proprio profilo di rischio e dalla entità del capitale di rischio. Ultimo vantaggio, ma non per importanza: un PAC è commisurato sempre sul reddito dell’investitore, anche quando il versamento è di entità ridotta.
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Quanto si guadagna con un piano di accumulo?

I piani di accumulo possono essere considerati delle forme di investimento che possono tutelare, in una certa misura, gli investitori rispetto all’incertezza tipica dei mercati e allo stesso tempo sono strumenti di investimento che ben si adattano agli investitori che non dispongono di grandi risorse economiche.

Le possibilità di guadagno di un piano di accumulo variano con il variare della quota versata mensilmente. Anche quando non si dispone di grandi capitali, risulta sempre opportuno non avere troppa liquidità sul conto corrente, per diverse ragioni, non ultima l’erosione determinata dall’inflazione, cui corrisponde un diminuito potere d’acquisto.

In base al versamento periodico di capitale, quindi, si possono avere rendimenti estremamente differenti tra loro, distribuiti in archi di tempo molto lontani tra loro. Da un minimo di 4, 5 anni fino ad un massimo di 40 anni, nei fatti. In base a queste dure variabili, importo complessivo accantonato con versamenti costanti e durata dell’accantonamento, si avranno rendimenti specifici.

 

Esempi di piano di accumulo

Le effettive quote dei versamenti mensili possono avere una forbice ampia, scandita dal profilo di rischio dell’investitore. Fermo restando che solo un consulente finanziario è in grado di indicare una strategia di investimento adatta alle esigenze e alle possibilità del cliente, è tuttavia possibile fornire delle indicazioni sulle somme che possono essere effettivamente guadagnate attraverso diverse tipologie di PAC.

Gli importi dei versamenti mensili, si aggiunge, sono determinati anche dalle spese prevedibili e potenziali dell’investitore. L’idea di fondo è quella di dare una possibilità di guadagno senza intaccare il tenore di vita di chi vuole investire in PAC.

I seguenti esempi di piani di accumulo, con una trazione azionaria maggioritaria e una ipotesi di rendimento del 7%, tengono conto di tre variabili, le quote mensili, il profilo di rischio e la durata del PAC:

  • 500 euro di versamento mensile possono determinare, in 5 anni, 31.197 euro di guadagni con un profilo di rischio basso
  • 1000 euro di versamento mensile, con rischio basso e un arco di tempo di 10 anni, possono determinare un guadagno di 129.046 euro
  • 1000 euro di versamento mensile, con rischio medio alto e un orizzonte temporale di 5 anni, possono sfociare in un guadagnano di 70.425 euro.

Come vengono tassati i PAC?

Sul versante della fiscalità, i piani di accumulo sono soggetti al versamento del 26% rispetto alla plusvalenza, ovvero all’incremento di valore che si ottiene grazie ai rendimenti finali. È necessario poi specificare che non è prevista alcuna deducibilità fiscale.

Diverso il caso in cui un piano di accumulo sia utilizzato come forma previdenziale. In questo caso la legge prevede una deducibilità dal reddito con un tetto di 5.164,57 euro l’anno. Vanno infine incluse, tra le spese che un qualsiasi PAC prevede, diversi costi quali la sottoscrizione e la gestione, gli oneri previsti per ogni versamento, chiamati anche diritti fissi, oltre alle spese amministrative e postali.

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