Contributi a fondo perduto: cosa sono e come ottenerli

I contributi a fondo perduto rappresentano una delle forme di finanza agevolata più vantaggiose per imprese e lavoratori autonomi. Questi finanziamenti, erogati da enti pubblici senza obbligo di restituzione, sono fondamentali per avviare nuove attività imprenditoriali o sostenere lo sviluppo di quelle già esistenti.

 

Cosa sono i contributi a fondo perduto?

I contributi a fondo perduto sono finanziamenti erogati da enti pubblici che non richiedono la restituzione da parte del beneficiario. Si tratta di fondi perduti che vengono messi a disposizione per sostenere specifici progetti o investimenti senza alcun obbligo di restituzione del capitale ricevuto.

Questi finanziamenti a fondo perduto si distinguono dai tradizionali prestiti bancari proprio per l’assenza della restituzione del capitale. Una volta ottenuto il contributo e rispettati gli obblighi previsti dal bando, l’importo rimane definitivamente nelle disponibilità del beneficiario.

Possono essere erogati sotto forma di percentuale sull’investimento totale (generalmente dal 40% al 90%) o come importo fisso. Spesso sono combinati con finanziamento agevolato a tasso zero, creando un mix di sostegno particolarmente favorevole per le imprese.

La natura di questi strumenti li rende particolarmente attrattivi per le nuove attività imprenditoriali, in quanto riducono significativamente il fabbisogno finanziario iniziale e permettono di destinare le risorse proprie ad altri aspetti strategici del business.

È importante sottolineare che l’ottenimento di questi fondi è sempre subordinato al rispetto di specifici criteri e vincoli di destinazione d’uso.

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Normativa italiana 2025: le leggi che regolano i contributi

Il quadro normativo italiano per i contributi a fondo perduto nel 2025 è composto da diverse fonti legislative. La Legge di Bilancio 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre 2024, introduce proroghe e modifiche significative alle agevolazioni e ai contributi a fondo perduto, ridefinendo il supporto agli investimenti industriali.

Le principali normative che disciplinano i finanziamenti a fondo sono:

  • Decreto Legge 34/2019 (Decreto Crescita), che ha introdotto numerose misure per le imprese
  • Decreto Legge 73/2021, che ha rafforzato gli strumenti di sostegno post-pandemia. A livello europeo, il regime de minimis stabilisce i parametri per l’erogazione degli aiuti di stato.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) coordina gran parte dei programmi di spesa nazionali, mentre le Regioni gestiscono bandi territoriali specifici. Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, amministra importanti misure come “Resto al Sud” e “Impresa Donna”.

Le normative 2025 hanno introdotto semplificazioni procedurali e ampliato le categorie di beneficiari, con particolare attenzione alle imprese innovative, alle startup e alle attività guidate da giovani e donne. È fondamentale che ogni richiedente verifichi la compatibilità del proprio progetto con il quadro normativo vigente prima di presentare domanda.

 

Chi può accedere ai contributi: destinatari e requisiti

I contributi a fondo perduto sono destinati principalmente a due categorie:

  • imprese
  • professionisti che svolgono lavoro autonomo.

Le imprese beneficiarie possono essere sia di nuova costituzione che già avviate, purché rispettino i requisiti dimensionali e settoriali previsti dai singoli bandi.

Per le nuove attività imprenditoriali, i requisiti tipici sono:

  • costituzione dell’impresa da non più di 12, 24 mesi
  • presentazione di un business plan dettagliato
  • dimostrazione della sostenibilità economica del progetto.

Le imprese già avviate devono invece dimostrare la finalità di crescita o innovazione dell’investimento proposto.

I lavoratori autonomi possono accedere a specifiche misure, particolarmente quelle rivolte ai professionisti che intendono avviare nuove attività o ampliare quelle esistenti. La misura “Investire al SUD” riconosce, ad esempio, voucher da 40.000 o 50.000 euro per l’acquisto di beni e servizi, e rappresenta un’opportunità significativa per questa categoria professionale.

Particolare attenzione è riservata a giovani imprenditori (generalmente sotto i 35 anni) e donne, per i quali esistono bandi dedicati con condizioni più favorevoli. Il bando è rivolto a giovani imprenditori, startup innovative, PMI innovative, spin-off universitari.
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Massimali e limiti del regime de minimis

Il regime de minimis stabilisce i massimali degli aiuti di stato che un’impresa può ricevere senza necessità di autorizzazione preventiva della Commissione Europea. Dal 2024 è aumenta la soglia massima per impresa unica: da euro 200.000 a euro 300.000, rappresentando un incremento significativo delle possibilità di finanziamento.

Questo limite di 300.000 euro deve essere calcolato nell’arco di tre anni fiscali consecutivi e include tutti gli aiuti ricevuti in regime de minimis, non solo i contributi a fondo perduto. È fondamentale che le imprese tengano una contabilità precisa di tutti gli aiuti ricevuti per non superare questa soglia.

Rientrano in questa categoria sussidi diretti: contributi a fondo perduto erogati per sostenere specifici investimenti, insieme ad agevolazioni fiscali, finanziamenti agevolati e garanzie pubbliche. Il calcolo deve considerare l’equivalente sovvenzione lordo di ogni misura ricevuta.

Esistono settori con massimali specifici: per esempio, le imprese che operano nel settore della pesca hanno limiti differenti, così come quelle attive nell’agricoltura. Le imprese che forniscono servizi di interesse economico generale possono beneficiare di massimali più elevati, fino a 750.000 euro in tre anni.

 

Utilizzo dei fondi: investimenti ammissibili

I fondi perduti possono essere utilizzati per diverse tipologie di investimenti, sempre nel rispetto delle finalità specifiche di ciascun bando. L’acquisto di beni strumentali rappresenta una delle destinazioni più comuni, e include macchinari, attrezzature, impianti e tecnologie necessarie per l’attività produttiva.

L’acquisto di macchinari innovativi è particolarmente incentivato, soprattutto quando finalizzato alla digitalizzazione e all’industria 4.0.

Le spese ammissibili includono tipicamente anche:

  • costi per ristrutturazione e adeguamento di immobili strumentali
  • acquisizione di software e licenze
  • spese per brevetti e know-how
  • costi per consulenze specialistiche e formazione del personale.

Va comunque specificato come tutti gli investimenti devono essere coerenti con il business plan presentato e finalizzati al raggiungimento degli obiettivi dichiarati. Le spese devono essere documentate attraverso fatture, contratti e altri documenti probatori, e sono soggette a controlli ex-post da parte degli enti erogatori.
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Come presentare domanda: procedure e documentazione

Per ottenere il finanziamento, il primo passo è identificare il bando più adatto al proprio progetto imprenditoriale. Ogni misura ha scadenze specifiche, spesso con procedura “a sportello” (primo arrivato, primo servito) o con graduatorie basate su punteggi.

La documentazione richiesta include sempre:

  • business plan dettagliato, che deve illustrare il progetto imprenditoriale
  • analisi di mercato
  • previsioni economico-finanziarie
  • sostenibilità dell’investimento.

È necessario inoltre presentare il modulo di domanda compilato, la documentazione anagrafica dell’impresa, i preventivi delle spese da sostenere e le dichiarazioni sulla situazione de minimis.

Le agevolazioni possono coprire fino al 90% delle spese e consistono in un mix di contributo a fondo perduto e di finanziamento a tasso zero da rimborsare in 10 anni, come nel caso del programma “Nuove Imprese a Tasso Zero” di Invitalia.

La presentazione della domanda avviene di solito online attraverso le piattaforme dedicate degli enti erogatori. È fondamentale rispettare scrupolosamente le scadenze e i requisiti formali, poiché domande incomplete o presentate fuori termine vengono automaticamente escluse. Molti bandi prevedono anche la possibilità di presentare domanda tramite intermediari autorizzati, come commercialisti o consulenti specializzati.

Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, spesso in diverse tranche legate al raggiungimento di specifici obiettivi. È importante pianificare accuratamente i tempi di investimento e mantenere un costante dialogo con l’ente erogatore per garantire il rispetto di tutti gli obblighi previsti.

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