Come investire in startup, i primi passi

Cos’è una startup?

Prima di affrontare le possibilità di investimento che una startup offre, è bene iniziare col definire in modo chiaro e univoco cos’è una startup, così da tracciare immediatamente i contorni di un possibile investimento.

Una startup è una azienda nuova, fondata di recente, con un business plan ben definito e dalla fondamentale caratteristica di potersi espandere in tempi estremamente brevi, con un valido potenziale non solo in termini di guadagno, ma anche di creazione di nuovi posti di lavoro. Deve poi essere una realtà scalabile da investitori qualificati come fondi di investimento, banche, agenti di cambio, fondi pensione, assicurazioni.

 

Investire in una startup innovativa

Tra diverse tipologie di startup si segnala la “startup innovativa” che, secondo il decreto legge 179/2012, deve essere un’impresa costituita da non più di cinque anni, avere come oggetto prevalente o esclusivo il progetto, lo sviluppo e infine la commercializzazione di un prodotto, oppure un servizio, ad alto valore tecnologico.

Tra i requisiti, è richiesto che almeno 2/3 del personale della società abbia una laurea magistrale o almeno 1/3 del personale sia composto da dottori di ricerca, da dottorandi o ricercatori.

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Perché investire in una startup?

Investire in una startup significa affidare i propri soldi ad una realtà allo stato embrionale, che per definizione può comportare un alto ritorno economico ma anche un alto rischio e un alto tasso di fallimento.

Il capitale investito pertanto rischia di non determinare un ritorno, ed è bene valutare in sede di startup pitch (ovvero nel contesto della presentazione della impresa) quali potrebbero essere i rischi che potrebbero ridurre il ROI (in inglese, return of investment).

Allo stesso tempo, nel contesto della valutazione economica, vanno considerati non solo i capitali che potrebbero essere investiti, ma soprattutto il capital gain (detto anche Plusvalenza), la differenza tra il prezzo a cui sono state acquistate le azioni o le obbligazioni e il prezzo a cui vengono vendute.

 

Quali sono i vantaggi e i rischi di investire in una startup?

Una azienda innovativa vive nel rischio per definizione. Eppure presenta una serie di vantaggi per chi investe:

  • il ritorno sull’investimento, su di un piano teorico, può essere molto alto
  • le startup possono essere un valido canale per diversificare i propri investimenti
  • rappresentano un ottimo strumento per il supporto a imprese innovative e, di conseguenza, un supporto per la ricerca e per il mercato del lavoro.

Gli investitori privati possono considerare le startup un tema particolarmente interessante in ambito di asset location, quando devono decidere le percentuali dei differenti tipi di investimento: azioni, obbligazioni, liquidità, immobili.

Le startup rappresentano una tra le tipologie di investimento più rischiose, ma allo stesso tempo possono essere molto redditizie. Per questo, si ricorda, conviene informarsi con attenzione prima di procedere, cercando il livello di rischio migliore per il proprio profilo.

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Strategie di gestione dell’investimento in una startup

In sede di rischi, la startup si profila come realtà estremamente volatile, dal ciclo di vita potenzialmente breve, ed è possibile per l’investitore rischiare di perdere il capitale investito. Data la sua giovane età una startup ha poi una minore capacità di riduzione e gestione dei rischi.

Un ulteriore rischio connesso è dato dalla bassa liquidità di una startup. Questo è un aspetto da non sottovalutare, perché nei casi di bassa liquidità risulta difficile per l’investitore portare a termine la vendita della propria equity (la propria quota azionaria).

L’investitore può comunque ricorrere ad una exit, che consiste nel vendere la propria quota direttamente ad un compratore o si configura come cessione ad un’azienda più grande. Questa exit può essere svolta anche su bacheche elettroniche, quando si è nella cornice del crowdfunding.

È possibile, inoltre, che si verifichi un’acquisizione o una IPO, (offerta pubblica iniziale).  Una IPO  è un passaggio fondamentale attraverso cui una compagnia privata destina parte delle proprie azioni per gli azionisti del mercato, così da ricavarne un aumento di liquidità.

L’ingresso in borsa, o in termini più esatti la quotazione in borsa, si verifica quando una società vende agli investitori una parte del proprio capitale, attraverso delle azioni. Questi titoli azionari, poi, sono oggetto di scambio nel mercato. Le dinamiche tra domanda e offerta ne fisseranno infine il prezzo.

 

In che modo investire in una startup?

Esistono diverse strade che permettono investimenti a favore di una startup innovativa. Si possono indicare:

  • piattaforme di crowdfunding che permettono il cosiddetto “finanziamento collettivo” o “finanziamento dal basso”. In termini più esatti, si può definire come una partecipazione finanziaria, da parte della rete sociale, verso un progetto sviluppato da startupper, in questo caso. Le piattaforme di crowdfunding permettono agli startupper di descrivere la propria impresa innovative, le finalità, così da raggiungere potenziali investitori interessati, che contribuiranno con importi anche minimi
  • business angel, ovvero un investitore informale che mette a disposizione della startup il proprio capitale insieme alle proprie conoscenze, qualora l’impresa dimostra margini concreti di crescita futura
  • venture capital che, a differenza di un business angel, appartiene a fondi di investimento oppure a società specializzate. Si tratta di investitori formali che investono in una startup a fronte dell’ingresso nel capitale sociale.

Quali informazioni servono se si vuole investire in una startup?

Se si vuole investire in una startup, si deve partire da una analisi meticolosa di tre elementi fondamentali:

  • team, perché sono le persone a fare le idee, e se l’investitore considera inadatte le persone che compongono il team, non sarà portato a investire. Servono pertanto persone esperte del settore della startup e che abbiamo conoscenze imprenditoriali, insieme ad una attività di team building già svolta
  • product, il prodotto o servizio, che deve distinguersi per alcune caratteristiche. Deve essere un prodotto sviluppato da pochi competitor del proprio mercato, o realizzato ancora in termini non ottimali. Oppure deve essere un prodotto presente in altri mercati. Come gli Usa o l’Asia, e può essere immesso nel mercato italiano. In questo caso di parla di copycat
  • traction, termine che indica a che punto si trova una startup. Può esserci soltanto l’idea, c’è già il prodotto, i primi dati di riferimento, un business plan che sia stato validato, se ci sono i presupposti per esportare in altri Paesi il prodotto o servizio, che eventualmente ha già attecchito nel mercato italiano.

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Ci sono agevolazioni fiscali se si investe in una startup?

Il Decreto Rilancio, del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha determinato alcune agevolazioni per le startup:

  • una detrazione di imposta lorda IPERF pari al 30% dell’investimento effettuato, fino a 1 milione di euro. Per le persone fisiche
  • una deduzione dall’imponibile IRES pari al 30% a fronte di un investimento di 1,8 milioni di euro, relativamente alle persone giuridiche.

La detrazione, va specificato, rimane valida solo nei casi in cui l’investimento è mantenuto per almeno tre anni.

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