Fondi di investimento: cosa sono e come investirci

I fondi di investimento, che raccolgono capitale da più soggetti, permettono di investire in diverse attività, con il fine di minimizzare i rischi e ottimizzare i rendimenti.

 

Cosa si intende per fondi di investimento?

I fondi di investimento sono una tipologia di strumenti finanziari che operano attraverso la raccolta di capitale da più risparmiatori e, grazie alla gestione di figure professionali, operano investimenti in differenti attività quali azioni, obbligazioni, materie prime e ulteriori strumenti finanziari.

I fondi di investimento lavorano principalmente attraverso due grandi princìpi:

  • diversificare il portafoglio, dal momento che il capitale di rischio viene distribuito su di un ventaglio di strumenti finanziari piuttosto ampio
  • operatori specializzati che gestiscono i capitali raccolti, con esperienza e professionalità nella gestione di capitale e risparmi e con profonda conoscenza delle attività finanziarie.

Un fondo comune è sostanzialmente composto da tre principali entità:

  • i risparmiatori, che mettono a disposizione il proprio capitale
  • le Società di Gestione del Risparmio (SGR), la cui funzione è duplice perché consiste nell’amministrare e investire i risparmi che sono stati raccolti
  • la Banca Depositaria, che si occupa di custodire i titoli, assicurando in questo modo la separazione tra il patrimonio che appartiene al fondo e i patrimoni della SGR e della banca che si è occupata della vendita delle quote del fondo.

Questo ultimo aspetto è rilevante, perché risultando separati i fondi del patrimonio e quelli di chi si occupa dell’intermediazione, se chi gestisce il fondo andasse in fallimento il patrimonio risulterebbe salvaguardato.
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In che modo si versano capitali in un fondo comune?

Se un soggetto decide di investire i propri risparmi in un fondo comune ha due possibilità di versamento:

  • Piano di Investimento di Capitale (PIC), che consiste nel versamento del capitale in una unica soluzione. Si tratta di una scelta che viene operata per chi ha disponibilità di capitale liquido e vuole investirlo in termini immediati
  • Piano di Accumulo (PAC) dunque in più soluzioni, e per il quale è previsto un prospetto informativo, che racconti della società e delle specifiche dell’investimento, secondo quanto stabilito dalla Consob.

In proporzione al patrimonio investito, ai partecipanti al fondo di investimento viene riconosciuta uno specifico numero di quote del fondo stesso. Il calcolo del valore delle quote viene svolto ogni giorno.

 

Quanti tipi di fondi esistono?

I fondi comuni sono definibili in:

  • fondi non armonizzati, vendibili in ogni Paese UE senza che sia necessaria alcuna autorizzazione da parte dell’autorità di vigilanza di ogni Paese membro
  • fondi armonizzati, che seguono direttive specifiche UE in merito agli investimenti, così da tutelare l’interesse del risparmiatore.

È possibile che i rendimenti delle quote siano reinvestiti in automatico da chi gestisce il fondo, e in questo caso si hanno fondi ad accumulazione dei proventi. Se invece l’investitore ha la possibilità di incassare la cedola, si parla di fondi a distribuzione dei proventi.

I fondi possono quindi essere di diverse tipologie. Di seguito ne viene fornito un elenco:

  • fondi aperti, che operano investimenti in attività finanziarie quotate. Sono fondi la cui sottoscrizione per le quote, o il relativo rimborso, possono essere richiesti in qualsiasi momento
  • fondi aperti armonizzati per i Paesi dell’Unione Europea, come è il caso dell’Italia. Gli investimenti riguardano solitamente titoli quotati come azioni e obbligazioni.
  • fondi chiusi, la cui sottoscrizione è possibile soltanto in concomitanza con il periodo dell’offerta. Questo periodo accade prima della negoziazione propriamente detta, e il riscatto del fondo può avvenire solo a scadenza avvenuta. Sono fondi specifici in caso di investimenti a lungo termine e investimenti illiquidi, quindi vincolati ad una lunga scadenza.

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Fondi aperti armonizzati per i Paesi dell’Unione Europea

Questa tipologia di fondi presenta una ulteriore classificazione. Possono darsi infatti:

  • fondi obbligazionari che effettuano investimenti in obbligazioni ordinare e titoli di Stato
  • fondi azionari in cui per almeno il 70% sono svolti investimenti in azioni, mentre il rimanente 30% può essere costituito da liquidità o da titoli obbligazionari. È un tipo di investimento più rischioso, ma con un rendimento potenziale più cospicuo
  • fondi bilanciati con investimenti sia in obbligazioni che in azioni. In questo caso il livello di rischio aumenta quando aumenta la percentuale di investimenti in azioni all’interno del portafoglio
  • fondi a mercato monetario in cui il capitale viene investito in obbligazioni emesse da privati, con vita inferiore a un anno, e in titoli di Stato sia italiani che esteri.

 

Quali sono i costi e i vantaggi dei fondi comuni di investimento?

I costi di un fondo di investimento sono tre. Si parte con la commissione di ingresso, o di sottoscrizione, da pagare quando viene effettuato il versamento del capitale o quando lo si vuole riscuotere. La commissione di uscita ha un valore inversamente proporzionale alla durata della sottoscrizione: maggiore il tempo, minore l’importo. Vanno segnalati anche i fondi no load, che non prevedono alcuna commissione.

Si segnalano poi la commissione di gestione, che l’investitore versa alla SGR per la gestione del fondo, e una extracommissione di performance che la SGR percepisce, in via opzionale, nei casi in cui il fondo esprime delle performance nettamente migliori rispetto al benchmark stabilito.

Perché, in conclusione, investire oggi in questo strumento finanziario? Per i vantaggi che il fondo di investimento è in grado di fornire ai sottoscrittori. Innanzitutto le competenze di chi gestisce il fondo, poi la riduzione dei costi di transazione, per via degli alti volumi dei titoli che sono scambiati, quindi l’accesso a possibilità di investimento cui altrimenti il singolo non avrebbe accesso.

Tra gli ulteriori vantaggi di un fondo comune di investimento si indicano infine la diversificazione degli investimenti e l’insieme dei controlli che il fondo richiede. Non solo la Consob, ma anche la Banca d’Italia, che vigila sulle banche depositarie del fondo.
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