In soli sei anni da spin-off universitario ad azienda quotata con un valore superiore ai 25 milioni di Euro. È la storia di Glass to Power, la Pmi innovativa che progetta e realizza un innovativo vetro isolante fotovoltaico trasparente, in grado di produrre energia rimanendo però perfettamente integrato nell’architettura degli edifici.
Una soluzione che garantisce un decisivo passo in avanti sia in termini di sostenibilità (energia pulita), sia riguardo all’efficienza energetica degli edifici.
La storia di Glass to Power è legata a doppio filo a quella di CrowdFundMe e dell’equity crowdfunding, dal momento che i primi passi di crescita sono stati mossi proprio grazie a questo strumento di finanza alternativa.
Due le campagne su CFM, datate 2017 e 2018, per un totale di 2,43 milioni di Euro raccolti grazie agli investimenti di più di 500 soggetti diversi fra crowd e corporate.
Glass to Power in Borsa, valore x15 in cinque anni
Il 16 febbraio, Glass to Power è sbarcata in Borsa con un prezzo di collocamento di 48 Euro ad azione e un valore di 25,3 milioni di Euro: 15 volte superiore a quello che l’azienda aveva nel 2017, al termine della prima campagna di crowdfunding (e 2,26 volte superiore anche al valore stimato al termine della seconda campagna).
Una crescita vertiginosa, dovuta in buona parte proprio al crowdfunding, che consente raccolta di capitali in tempi relativamente rapidi, utili a far crescere le intuizioni tecnologiche come quelle di Glass to Power e di preparare le varie fasi di espansione sul mercato.
Chi ha investito 2.000 Euro, ne ricava 15.360 Euro
Sicuramente interessante la prospettiva degli investitori crowd di Glass to Power, che a 5 anni dalla prima campagna vedono i frutti della propria intuizione. Per dare un ordine di grandezza, chi ha investito attraverso CrowdFundMe ai tempi della prima raccolta, ha visto crescere il valore del proprio investimento del +768% (7,6x).
In parole povere, chi ha deciso di investire anche solo 1.000 Euro, oggi ne ha ricevuto 7.680 Euro. Per chi aveva investito di più, come 20.000 Euro, il risultato è addirittura di oltre 150.000 Euro.
Investimenti e tech: tutte le Exit di CrowdFundMe
Non è un caso isolato, per gli investitori di CrowdFundMe: questa è la quinta Exit tramite quotazione di un’emittente negli ultimi tre anni. Oltre al portale stesso sono infatti approdate in borsa CleanBnb (portale di affitti brevi), i-RFK (holding industriale), TrenDevice (marketplace di device elettronici rigenerati). Accanto agli sbarchi in Borsa ci sono poi state altre Exit, dall’acquisizione da parte di Leonardo del sistema push-to-talk Talkway (2021) e di quella della piattaforma per video conferenze HRT da parte dell’americana Biamp Systems.
Ma i casi di successo per gli investitori di CrowdFundMe non si fermano alle quotazioni e alle acquisizioni (M&A in gergo tecnico). Molte startup e aziende che hanno raccolto con l’equity crowdfunding, si sono poi affermate, raggiungendo gli obiettivi dello sviluppo aziendale e della rivalutazione a beneficio degli investitori. Per fare qualche esempio, realtà come Winelivery, il delivery di bevande, DeepSpeed, innovativo motore jet elettrico navale, o Snowit, app dedicata ai servizi per chi ama gli sport invernali, che lo scorso anno ha venduto il 33,33% del capitale sociale al gruppo FNM.
Il migliore indice di rivalutazione in Italia, 242%
La bontà degli strumenti di equity crowdfunding e della selezione di CrowdFundMe è certificata anche dai dati dell’Equity Crowdfunding Index stilato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, che analizzando i progetti chiusi con successo sui vari portali, fa rilevare come la rivalutazione delle emittenti di CrowdFundme (242) sia superiore rispetto alla media nazionale (171).
Merito di un filtro all’entrata molto attento e volto non solo alla conclusione della campagna fine a se stessa, ma alla scelta di emittenti in grado di crescere nel medio-lungo periodo e di generare valore per gli investitori.
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