Valutazione con perizia di una startup

Prima del fundrising ogni startup ha bisogno di un passaggio fondamentale e obbligato: una valutazione con perizia. Vediamo insieme di cosa si tratta e come deve essere svolta.

Cosa si intende per startup?

Prima di approfondire le dinamiche e l’importanza di una valutazione con perizia, cerchiamo di definire in termini chiari cosa sia una startup. Con questo termine, o più esattamente con il termine startup innovativa, si designa una nuova realtà imprenditoriale ad alto impatto tecnologico e contraddistinta da una crescita potenzialmente forte.

L’articolo 25 del decreto legge 179/2012 elenca tutti i requisiti oggettivi che devono essere necessariamente soddisfatti perché una società, o una cooperativa, possano definirsi innovative. Come ad esempio:

  • deve essere una impresa di non più di 5 anni
  • la residenza deve essere in Italia o in un altro Paese dello Spazio Economico Europeo, e la sede produttiva, o la filiale, deve comunque essere in Italia
  • deve essere priva di quotazione in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione
  • il suo oggetto sociale esclusivo, oppure prevalente, è lo sviluppo, produzione e commercializzazione di un prodotto o servizio con alto valore tecnologico.

Nel DL 179/2012 sono anche indicati i requisiti soggettivi che, anche solo nel numero di uno, devono essere soddisfatti perché si abbia una startup innovativa. Tra questi possiamo indicare la presenza di personale altamente qualificato: due terzi del personale deve possedere una laurea magistrale, o almeno un terzo deve essere dottore di ricerca, ricercatore o dottorando.
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Cos’è una valutazione con perizia di startup e perché è importante?

La valutazione con perizia di una startup è, di fatto, un calcolo grazie al quale lo startupper ha modo di conoscere il valore effettivo della propria attività d’imprenditore o imprenditrice. Quando però una startup è nelle prime fasi della sua vita, le metriche di fatturato sono ben poche, i flussi di cassa sono quasi inesistenti, e quantificare precisamente il prezzo della startup risulta particolarmente complesso.

Svolgere una campagna di crowdfunding senza calcolare il valore di una azienda quale è una startup è sostanzialmente impossibile. È infatti solo dopo avere determinato il valore di una azienda che sarà possibile prendere le decisioni più opportune in vista di una campagna di fundrising.

 

I due tipi di valutazione di una startup

Il valore di una startup può essere stimato in due modalità: la valutazione pre-money e la valutazione post-money. Vediamole nel dettaglio.

La valutazione pre-money è relativa al valore aziendale senza includere né l’ultimo round di finanziamento né eventuali contributi esterni, da parte ad esempio di un venture capitalist, al capitale di rischio. Ad essere espresso quindi è il valore di una startup ancora prima che siano ricevuti investimenti, o prima che sia ricevuto il prossimo investimento.

Questo tipo di valutazione è estremamente importante per un investitore perché è in grado di restituire l’effettivo valore della startup nel tempo preso in considerazione e, in seconda battuta, permette di fornire il valore di ogni azione emessa.

Nella valutazione post-money ad essere rilevato è il valore di una startup che ha ricevuto capitale di rischio o investimenti. È una valutazione che prende in considerazione l’ultima immissione di denaro, in seguito ad un round di finanziamento, o l’apporto esterno di capitali.

Per fare un esempio: un business angel vuole finanziare una startup la cui valutazione, di comune accordo con lo startupper, è di 100.000 euro. Il business angel si decide per un investimento di 125.000 euro. La valutazione post-money è di 125.000 euro, e la quota di spettanza del business angel è del 20%. A questo punto rimane da capire in che modo, nella pratica, si valuta una startup.
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Il metodo Discounted Cash Flow

Le metodiche attraverso cui viene svolta una valutazione aziendale sono molteplici. Nella maggior parte dei casi, quando si tratta di startup, viene adottato il metodo di valutazione DCF, Discounted Cash Flow, applicato nella perizia svolta per Trusters, piattaforma italiana di crowdfunding immobiliare acquisita in maggioranza da CrowdFundMe.

Con questo metodo si cerca di prevedere il futuro flusso di cassa, in considerazione del tasso di rendimento dell’investimento che si attende.

In altre parole, se una startup ha bisogno di un investimento e ha a sua disposizione previsioni sui futuri rendimenti che sarà in grado di generare, grazie al Discount Rate, il tasso di sconto che riflette il profilo di rischio, si potrà ricavare il valore corrente del flusso di cassa. In caso di un valore attuale netto positivo, il progetto ha margini di fattibilità.

 

Altri metodi di valutazione di una startup

Tra gli altri metodi che stimano il valore di una startup si può indicare il metodo venture capital. Con cui sono prese in considerazione due variabili di stima per il valore di un investimento:

Chiuso il primo round di finanziamento, il ritorno di investimento atteso si calcola dividendo il Terminal Value per la valutazione post-money. Un altro metodo utilizzato per la valutazione di una startup è il cosiddetto metodo scorecard.

Questo metodo è la risultante di una combinazione tra la valutazione media di settore e di un moltiplicatore. Si inizia con una valutazione pre-money media del mercato di riferimento, si può quindi ottenere il moltiplicatore come somma di diversi fattori, che hanno un peso percentuale: il contesto competitivo arriva al 10%, la forza del management può coprire il 30%, la dimensione del mercato arriva ad un massimo del 25%.

Svolto il calcolo e la somma di tutti i coefficienti, si ottiene infine il moltiplicatore, che ora può essere applicato alla valutazione media del settore. Il risultato darà il valore della startup.
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