Start up ristorazione: come investire nel food

Il settore food, se visto attraverso la lente dell’innovazione, può essere un settore in cui investire: dai prodotti alimentari, passando per il food delivery, fino ai piatti pronti. Scopriamo quali sono le possibilità per gli investitori.

 

Start up ristorazione. Il settore alimentare come risorsa

Il settore della ristorazione sembra riflettere le ambivalenze e le incertezze dell’ultimo triennio. Più esattamente, nel 2021 è stato possibile assistere ad una ripresa piuttosto netta del food & beverage, per un valore complessivo che si assesta intorno ai 65 miliardi di euro.

Rispetto al 2019, si tratta comunque di un saldo stimato a -23%. Nel primo quadrimestre del 2022, invece, si è prodotto un recupero quasi completo rispetto al 2019, con una perdita di appena il -3%. In questo caso, il valore della ripresa si esprime sui 24 miliardi di euro.

Questo quadro emerge dalla ricerca Tradelab commissionata da Federvini e riportata proprio nell’assemblea generale Federvini nel giugno del 2022. È dunque su un trend in recupero e in crescita che l’investitore può contare per scegliere come investire nel food. Specie tenendo conto delle possibilità che riservano, in questo settore, le startup innovative.
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Perché investire nel food e nella ristorazione?

Sono due le ragioni per investire nella ristorazione e nel food, in una ottica di startup che punta alla innovazione: la ripresa dei consumi in questo settore, come i numeri chiaramente indicano, e i cambiamenti di abitudini di consumo alimentare che gli italiani hanno iniziato a mettere in atto durante i due anni di lockdown.

In un simile quadro, si possono segnalare quattro possibilità di investimento che coniugano start up e cibo:

  • food tech, che permette di applicare innovative tecnologie digitali dalla produzione fino alla distribuzione del cibo, passando per la conservazione e la lavorazione
  • consegna a domicilio, conosciuta anche con il termine food delivery
  • pausa pranzo, in forte ripresa in seguito al riavvio del lavoro non più solo in remoto
  • piatti pronti, che determinano un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di euro.

Senza dimenticare che una start up alimentare, spesso, può essere sinonimo di investimenti green.

 

Start up ristorazione, dal food tech alla consegna a domicilio

Il food tech costituisce una ottima possibilità di investimento, sia un contesto business to business sia in quello business to customer, ricordandoci che quando si parla di food tech si sta anche facendo riferimento a sue applicazioni alla consegna a domicilio.

Tra gli esempi di start up food tech:

  • start up che hanno sviluppato app contro gli sprechi di cibo. Attraverso il proprio smartphone, il cliente ha la possibilità di scegliere tra cibi a prezzi estremamente ribassati e che rischiano, differentemente, di essere gettati via
  • sul piano business to business, esistono start up che, di nuovo, hanno sviluppato app che permettono ai dipendenti di aziende aderenti al programma di acquistare pasti da servizi di ristorazione selezionati, caricare quindi lo scontrino dopo avere consumato, ed avere una gift card per acquisti online. Un card che si ottiene con un accumulo di crediti
  • sempre in contesto business to business, diverse start up si dedicano al servizio di delivery che mette in comunicazione produttori italiani, distributori italiani e infine ristoratori. Si è nel settore hotel, ristorazione e caffè, Ho.Re.Ca. Il tutto, per mezzo di una app
  • ulteriori start up si sono specializzate nella coltivazione idroponica di frutta e verdura, una coltivazione che non richiede suolo ma esclusivamente acqua o all’urban farming, che permette di coltivazioni anche in contesti urbani.

Ricordando le app che permettono la consegna a domicilio a clienti privati. Una realtà della ristorazione che si è ben radicata nei consumi italiani.
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La pausa pranzo e i piatti pronti

Il food tech viene applicato anche alla pausa pranzo, settore alimentare nel quale è possibile trovare, per continuare con ulteriori esemplificazioni di start up innovative, smart fridge digitali che sono collegati ad una app dedicata, grazie alla quale è possibile scegliere pietanze sane, vegane e vegetariane incluse.

Altre start up della ristorazione si stanno dedicando alla produzione e distribuzione di piatti pronti che richiedono poco impegno per essere ravvivati. Piatti pronti pensati questa volta per la pausa pranzo sia di dipendenti che di smart worker.

Una ulteriore intersezione tra food tech e ristorazione arriva da start up specializzate nella confezione e distribuzione, a domicilio, di kit per preparare un pasto, pranzo o cena che sia. Basta indicare ingredienti, commensali e che tipo di pasto si vuole avere sulla propria tavola.

 

Startup cibo e investimenti con l’equity crowdfunding

Il filo rosso che collega start up, ristorazione e più in generale il settore agroalimentare è dato dall’equity crowdfunding.

Questa modalità di investimento permette alle PMI ad alto potenziale, così come alle start up innovative, di concretizzare il proprio business plan attraverso una raccolta di capitale di investimento da parte di piccoli finanziatori, ma non solo. Il capitale viene raccolto per mezzo di una campagna, o più campagne, alla quale l’investitore ha accesso per mezzo di piattaforme dedicate e sotto scrutinio della Consob, ente che si occupa della tutela degli investitori.

Il singolo investitore diventa, in proporzione alla parte di quota societaria acquistata, parte attiva sul piano amministrativo e decisionale della impresa. In questo modo è possibile partecipare al finanziamento di supermercati completamente digitali, per tornare al settore di riferimento. Supermercati privi di punti vendita fisici e basati sull’acquisto dei prodotti alimentari, e per la casa, attraverso una app dedicata.
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