Nuova Sabatini: come funziona nel 2026

La Nuova Sabatini è una misura pensata per sostenere l’acquisto di beni strumentali nuovi e favorire la modernizzazione del tessuto produttivo. Nel 2026 continua a rappresentare un pilastro delle politiche pubbliche per l’innovazione e la crescita.

 

In che cosa consiste la Nuova Sabatini?

La Legge Sabatini è stata introdotta nel 2013 per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Si basa su un principio chiaro: aiutare le imprese a investire in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali. L’aiuto consiste nel coprire una parte del valore degli interessi calcolati sul finanziamento.

Negli anni la misura è stata rinnovata più volte, aggiornandosi alle nuove sfide industriali e tecnologiche.

Il contributo pubblico viene calcolato in base a un tasso di riferimento stabilito dal MIMIT e viene erogato alla banca che ha concesso il prestito. In questo modo si riduce immediatamente il costo per l’impresa. In pratica, il beneficio si traduce in condizioni di credito più favorevoli e accessibili anche alle realtà più piccole.

Per il biennio 2026-2027 sono stati stanziati 650 milioni di euro complessivi, di cui 200 milioni per il 2026 e 450 milioni per il 2027, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2026. Secondo le stime del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, questo intervento potrà mobilitare oltre 4,5 miliardi di euro di investimenti privati.

La misura si inserisce nel quadro più ampio degli incentivi alla produttività, insieme a strumenti come Transizione 5.0 e il Fondo di Garanzia per le PMI, con l’obiettivo di rendere il sistema industriale italiano più digitale, sostenibile e competitivo.

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Il contesto economico della Nuova Sabatini

In un contesto economico sempre più competitivo, le aziende hanno bisogno di strumenti che permettano loro di accedere a finanziamenti agevolati per l’acquisto di beni strumentali nuovi. La Nuova Sabatini risponde proprio a questa esigenza. Offre infatti un sostegno concreto attraverso un meccanismo di contributo in conto impianti che riduce significativamente il costo del finanziamento per le imprese. Si tratta di una forma di finanza agevolata, com’è il caso dei contributi a fondo perduto.

Il contributo in conto impianti è un’agevolazione economica concessa da enti pubblici, così come privati, che serve a supportare l’acquisto o la realizzazione di beni strumentali durevoli. Strumenti come impianti, macchinari o infrastrutture. A differenza di altri tipi di contributo, non finanzia i costi di gestione, ma investimenti a lungo termine.

L’importanza della Nuova Sabatini si riflette anche nei numeri: negli ultimi anni, il bando ha mobilitato investimenti per milioni di euro, come sarà approfondito permettendo a migliaia di imprese di rinnovare i propri asset produttivi. La misura si inserisce perfettamente nella strategia di rilancio industriale del Paese. Proprio per sostenere quegli investimenti che possono fare la differenza in termini di produttività e competitività.

 

Storia e introduzione della Nuova Sabatini

La legge Sabatini è stata introdotta per la prima volta nel 2013 con il decreto-legge n. 69, poi convertito nella legge n. 98/2013. Successivamente, la misura è stata rinnovata e potenziata i diversi passaggi, assumendo la denominazione di “Nuova Sabatini” a partire dal febbraio 2014.

La misura è stata concepita per rispondere alle difficoltà di accesso al credito che molte piccole e medie imprese stavano sperimentando nel periodo successivo alla crisi finanziaria. L’obiettivo era quello di creare un meccanismo che facilitasse gli investimenti produttivi, riducendo il costo del denaro per le imprese che intendevano modernizzare i propri impianti.

Nel corso degli anni, la Nuova Sabatini ha subito diverse modifiche e integrazioni, adattandosi alle differenti esigenze del mercato. Le risorse destinate alla misura sono state incrementate più volte, testimoniando il successo dell’iniziativa e la sua importanza strategica per il sistema produttivo italiano.

 

A cosa serve la Nuova Sabatini?

La Nuova Sabatini serve a stimolare la crescita economica e l’innovazione nelle imprese italiane, fornendo un aiuto concreto a chi investe in tecnologie moderne, digitali o ecologiche.

Il suo scopo principale è ridurre il costo dei finanziamenti bancari per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi. In altre parole, lo Stato copre una parte degli interessi che l’impresa pagherebbe alla banca, rendendo il prestito più conveniente.

Ma non si tratta solo di un aiuto economico. La misura punta anche a favorire la trasformazione tecnologica e ambientale delle PMI, spingendole verso l’adozione di soluzioni industria 4.0, intelligenza artificiale, automazione e sistemi a basso impatto ambientale.

Il contributo statale si traduce in un risparmio reale sui costi di investimento, ma anche in un aumento della produttività e della competitività, due fattori cruciali per la ripresa del tessuto economico italiano.

In questo senso, la Nuova Sabatini agisce come un acceleratore: trasforma la volontà di investire in opportunità sostenibili, aiutando le imprese a modernizzarsi senza compromettere la loro solidità finanziaria.

 

Chi beneficia della Nuova Sabatini?

La Nuova Sabatini è riservata alle PMI (piccole e medie imprese) con sede legale o operativa in Italia. È aperta a tutti i settori produttivi – industria, artigianato, agricoltura, commercio e servizi – con l’unica esclusione delle attività finanziarie e assicurative.

Per accedere al contributo, le imprese devono:

  • essere regolarmente iscritte al Registro delle Imprese
  • avere sede legale o operativa in Italia (le imprese estere devono aprire una sede produttiva nel Paese prima della concessione)
  • non trovarsi in stato di liquidazione o fallimento
  • essere in regola con la normativa antimafia e fiscale
  • rispettare i limiti dimensionali UE relativi a fatturato e numero di dipendenti

L’attenzione verso il territorio resta centrale: la Nuova Sabatini Sud, ad esempio, offre contributi maggiorati per le imprese che investono nel Mezzogiorno, in particolare in Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania.

Questa declinazione territoriale ha un obiettivo chiaro: stimolare lo sviluppo locale e ridurre i divari tra Nord e Sud. Così da favorire la nascita di nuove iniziative imprenditoriali anche nelle aree con minore accesso al credito.

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Vantaggi della nuova Sabatini per le imprese

La Nuova Sabatini offre alle imprese numerosi vantaggi che vanno oltre il semplice abbattimento del costo del finanziamento. Il principale beneficio è la riduzione significativa del tasso di interesse, che permette alle aziende di accedere a condizioni di finanziamento particolarmente vantaggiose per i propri investimenti produttivi.

Un altro vantaggio importante è la semplicità procedurale: una volta ottenuta la concessione del contributo, l’impresa non deve occuparsi della gestione amministrativa dell’agevolazione, che viene gestita direttamente tra ministero e istituto bancario. Questo riduce notevolmente gli oneri burocratici a carico dell’azienda.

La misura favorisce inoltre l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, che possono beneficiare di una sorta di garanzia implicita rappresentata dal contributo statale. Le banche sono infatti più propense a concedere finanziamenti quando parte degli interessi è coperta da un contributo pubblico, riducendo il rischio dell’operazione.

 

Come funziona la Nuova Sabatini 2026?

Nel 2026 la misura mantiene il suo impianto originario, ma con nuove risorse, maggiore attenzione alla sostenibilità e una gestione più snella.

Gli elementi principali del rifinanziamento della Nuova Sabatini per il periodo 2025-2029 sono riportati in tabella.

Voce Descrizione
Sostegno agli investimenti La misura continua a finanziare l’acquisto o il leasing di beni strumentali nuovi, destinati a impianti produttivi sul territorio nazionale.
Risorse aggiuntive La Legge di Bilancio 2026 stanzia 200 milioni di euro per quest’anno e 450 milioni per il 2027, assicurando continuità nel tempo.
Effetto leva Si prevede la mobilitazione di oltre 4,5 miliardi di euro di investimenti privati, che contribuiranno al rilancio del sistema produttivo.
Contributo agevolato Lo Stato riconosce un contributo in conto impianti a copertura di una quota del valore degli interessi calcolati in via convenzionale su un finanziamento. Le percentuali indicative variano tra il 7,7% (investimenti ordinari) e il 10% (progetti 4.0 o green).
Durata e limiti Il finanziamento può durare fino a 5 anni, per un importo massimo di 4 milioni di euro per impresa, che salgono a 6 milioni per investimenti digitali o sostenibili.
Ambito di applicazione Rientrano macchinari, impianti e attrezzature, hardware, software e sistemi digitali connessi alla trasformazione 4.0 e alla riduzione dei consumi energetici.

 

Il contributo viene erogato direttamente alla banca convenzionata, che applica un tasso d’interesse ridotto all’impresa. Ciò significa che l’azienda beneficia subito di condizioni più favorevoli, senza attendere l’accredito del contributo.

L’intero sistema è gestito in modo trasparente attraverso una piattaforma digitale supervisionata dal Ministero delle Imprese, riducendo tempi e burocrazia rispetto alle edizioni precedenti.

 

Quanto si recupera con la Nuova Sabatini?

Il risparmio ottenibile grazie alla misura dipende dalla tipologia di investimento e dalla durata del finanziamento.

Nel 2026 il tasso convenzionale di riferimento resta fissato al 2,75 % per gli investimenti ordinari e al 3,575 % per quelli digitali o sostenibili, come indicato sul sito ufficiale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

L’erogazione del contributo avviene in rate semestrali posticipate per tutta la durata del finanziamento (massimo cinque anni). Le somme vengono accreditate alla banca erogante, che applica così all’impresa un tasso più basso di quello di mercato.

In media, una PMI che investe 500.000 euro in nuovi macchinari può risparmiare fino a 25.000-30.000 euro in interessi sul periodo di ammortamento. Per investimenti green o 4.0 il risparmio è ancora più significativo, grazie ai contributi maggiorati.

Secondo il Rapporto annuale MIMIT 2025, la Nuova Sabatini ha già sostenuto oltre 140.000 progetti, con più di 12 miliardi di euro di investimenti. Il nuovo rifinanziamento punta a mantenere lo stesso ritmo anche nel biennio 2026-2027.

 

Quali spese sono ammissibili per la Nuova Sabatini?

Sono ammissibili tutte le spese legate all’acquisto di beni strumentali nuovi, funzionali all’attività produttiva e destinati a strutture con sede legale o operativa in Italia.

Rientrano:

  • macchinari e impianti per la produzione, come torni, presse e linee automatizzate
  • impianti e attrezzature nuovi per logistica, confezionamento e assemblaggio
  • hardware e infrastrutture informatiche, server e sistemi di rete
  • software e tecnologie 4.0, inclusi programmi gestionali, sistemi cloud e progettazione 3D
  • beni green, come impianti fotovoltaici o macchinari ad alta efficienza energetica.

Tutti i beni devono essere nuovi, autonomi e utilizzabili singolarmente. La misura non finanzia costi di gestione o manodopera, ma esclusivamente investimenti materiali e immateriali destinati a migliorare la capacità produttiva.

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Quali beni strumentali non sono ammissibili?

La Nuova Sabatini sostiene solo investimenti in beni nuovi, funzionalmente autonomi e utili all’attività produttiva, escludendo tutto ciò che non rientra in questi requisiti.

Nello specifico:

  • beni usati o rigenerati, anche se rimessi a nuovo
  • terreni e fabbricati, né spese per il loro acquisto o costruzione
  • immobilizzazioni in corso e acconti, cioè beni non ancora completati o consegnati
  • componenti o parti di macchinari privi di autonomia funzionale: il bene deve essere completo e utilizzabile da solo
  • spese non direttamente collegate all’attività produttiva dell’impresa.

 

Presentazione domande Nuova Sabatini

La presentazione della domanda avviene solo per via telematica attraverso la pagina dedicata del MIMIT o tramite la guida di Invitalia.

Per accedere è necessario disporre di posta elettronica certificata (PEC) e delle credenziali del portale. Le domande di accesso possono essere inviate in qualunque momento dell’anno, fino a esaurimento delle risorse disponibili.

L’iter prevede che la domanda sia presentata prima dell’avvio dell’investimento, cioè prima della firma del contratto o dell’emissione dell’ordine di acquisto. Le richieste vengono gestite a sportello, in ordine cronologico.

La documentazione obbligatoria comprende:

  • bilanci o dichiarazioni fiscali degli ultimi due esercizi
  • certificato ATECO e dichiarazione sostitutiva di possesso dei requisiti
  • preventivi dettagliati dei beni da acquistare
  • planimetria della sede produttiva dove saranno installati i beni
  • descrizione del progetto e del finanziamento richiesto

Dopo la verifica dei requisiti, il MIMIT comunica l’ammissione al contributo e autorizza la banca a procedere con il finanziamento.

L’erogazione del contributo avviene in rate semestrali, sulla base degli interessi calcolati in via convenzionale, e viene versata direttamente all’istituto bancario. L’impresa beneficia così di un tasso agevolato immediato e può concentrare le proprie risorse sull’investimento produttivo.

Durante tutta la durata del finanziamento, l’impresa deve mantenere la destinazione d’uso dei beni acquistati e rispettare gli obblighi informativi previsti, pena la revoca del contributo.

 

 

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