Finanziare una start up

Come finanziare startup e come scegliere il mezzo migliore. Sono tematiche fondamentali per il successo di una giovane azienda, le cui fasi di vita iniziali sono particolarmente critiche. Dalle 3F all’Equity Crowdfunding, ecco le possibili soluzioni

 

Finanziare start up, una guida pratica di come orientarsi

La costituzione della società è un passo fondamentale per la vita di una startup, ma è solo il primo step. Quando viene fondata una nuova impresa, infatti, diventa di primaria importanza avere il capitale necessario per crescere. Ogni nuova azienda ha bisogno infatti di risorse per pagare il team, sostenere il marketing del prodotto servizio, o fare attività di ricerca e sviluppo. Capire come finanziare start up è quindi una questione imprescindibile.

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Metodi per finanziare una startup

Ci sono molti metodi per finanziare una startup, con finanziamento esterno o risorse a fondo perduto, per esempio. Di seguito possiamo riassumere i mezzi principali:

  • Le 3F: family, friends and fools;
  • Bootstrapping, ovvero l’autofinanziamento;
  • Equity Crowdfunding;
  • Incubatori o acceleratori;
  • Business Angel;
  • Finanziamenti bancari;
  • Bandi, premi e competizioni;
  • Fondi di Venture Capital.

Le startup hanno dunque diverse opzioni sul tavolo, ma ognuna di esse ha le sue particolarità. Quindi, fermo restando che ogni nuova azienda deve essere adeguatamente finanziata, bisogna scegliere anche il metodo più idoneo per le proprie esigenze

Qualora la startup fosse innovativa, vi sono inoltre specifici vantaggi.

Le imprese innovative devono valutare con cautela i pro e contro, e scegliere un finanziamento adatto alla fase di vita dell’azienda. Bisogna fare attenzione: un finanziamento sbagliato nel momento sbagliato potrebbe portare al fallimento delle start up innovative. Le tempistiche sono fondamentali per il buon esito delle operazioni.

Per esempio, se si fa una proposta a un investitore troppo presto, il rischio è quello di “bruciare” il contatto, che potrebbe perdere interesse anche per il futuro. Adesso entreremo nel dettaglio di alcuni dei punti precedentemente citati.

 

Family, friends and fools

In caso l’autofinanziamento (ovvero i soldi dell’imprenditore) non fosse sufficiente, si può chiedere una mano ai cosiddetti Friends, Family and Fools (o 3F). Infatti, sarà molto più facile convincere gli amici, i familiari o i “folli”, anziché altre figure, a investire in un progetto imprenditoriale.

I vantaggi di questo approccio sono chiari:

  • riduce i tempi necessari a reperire i capitalinecessari di ottenimento dei soldi;
  • consente il mantenimento della proprietà della startup;
  • è un approccio flessibile
  • non sono obbligatorie particolari garanzie (a differenza di una richiesta in banca).

Comunque è sempre corretto avvisare del rischio dell’investimento, per onestà e per evitare di entrare in conflitto con persone ignare nel momento in cui le cose non dovessero andare bene.

Friends, Family and Fools – in sinergia con il bootstrapping – sono tre ingredienti potenziali per superare la cosiddetta “valle della morte”. Ossia quel periodo in cui la giovane impresa non è ancora in grado di generare ricavi tali da poter coprire tutti i costi.

 

Equity Crowdfunding

L’Equity Crowdfunding – noto anche come Equity Based Crowdfunding – è uno strumento di investimento di capitale di rischio in aziende non quotate, come startup o piccole e medie imprese, realizzato attraverso piattaforme web. In parole semplici, si tratta di finanziare una società attraverso una raccolta aperta anche a investitori comuni, che possono così diventarne soci, e conferire risorse importanti alla startup scelta. 

Oggi il Crowdfunding è una forma di investimento a rapida crescita, scelto da sempre più persone per diversificare il portafoglio. Mentre, dal lato delle imprese, è una forma di finanziamento che offre notevoli vantaggi:

  • Le tempistiche sono brevi rispetto a molte operazioni di finanziamento tradizionale;
  • Si svolge con modalità online;
  • Permette di aprirsi a una forma di azionariato popolare (tutti possono investire in Equity Crowdfunding, anche a partire da cifre accessibili);
  • Dà visibilità mediatica;
  • Permette di creare una community di soci-investitori.

Come funziona? In Borsa, si possono acquistare strumenti finanziari come le azioni grazie a un qualsiasi sistema di trading. Ma per le aziende non presenti sulle Borse, questo richiederebbe un notaio e tanti passaggi burocratici. Inoltre è molto difficile ottenere informazioni sulle società che deliberano aumenti di capitale, per molti impossibile.

Le piattaforme di Equity Crowdfunding, autorizzate dalla Consob, risolvono queste problematiche. È importante ricordare che si tratta di un investimento ad alto rischio, per cui è bene conoscerne tutti gli aspetti prima di iniziare.

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Incubatori

Gli incubatori sono particolari società che sostengono gli imprenditori nello sviluppare il proprio modello di business affinché questo diventi replicabile e scalabile.

Pertanto, non sono propriamente un metodo diretto di finanziamento di una startup. Ma gli incubatori, dopo aver validato il modello di business della giovane impresa, generalmente mettono a disposizione una rete di contatti di investitori.

Possiamo quindi considerarli un trampolino di lancio per l’accesso agli investimenti. Un esempio pratico: gli incubatori consentono alla startup di raccogliere i primi dati a sostegno del progetto; tali dati saranno poi fondamentali per le proposte ai potenziali investitori. Altrimenti, si rischia di proporre qualcosa di inconsistenze, causando la fuga dei finanziatori.

 

Acceleratori

A differenza degli incubatori, gli acceleratori investono direttamente nelle startup partecipando al capitale. In sostanza, investono dei soldi per ottenere una quota che si aggira solitamente tra il 5% e il 15%.

Inoltre, mettono a disposizione delle startup dei programmi di accelerazione per avere sinergicamente un supporto sia finanziario sia tecnico; è una dinamica particolarmente importante nella fase seed delle imprese.

La durata di tali programma è solitamente dai tre ai sei mesi, durante i quali le startup ricevono finanziamenti, supporto (consulenze, marketing, legal etc.) e network. Naturalmente ogni acceleratore ha una sua filosofia e non tutti i programmi sono identici. Pertanto, risulta utile valutare i risultati ottenuti da altre imprese che hanno partecipato a determinate attività di accelerazione.

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