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CrowdFundMe, una storia nel segno della finanza alternativa

Dalla fondazione nel 2013 allo sbarco in Borsa del 2019, fino ai numeri odierni: il racconto di tutti i traguardi tagliati dal portale nel corso degli anni

 

CrowdFundMe è una delle principali piattaforme italiane di Crowdinvesting (Equity Crowdfunding, Real Estate Crowdfunding e Private Debt). La società, oggi una PMI Innovativa con sede a Milano, è stata fondata nel 2013 ed è pienamente operativa dal 2016.

 

L’anno successivo, CrowdFundMe ha lanciato un round di Equity Crowdfunding per autofinanziarsi, raccogliendo oltre 278.000 euro con una valutazione pre-money di 2,5 milioni. Capitali che si sono rivelati fondamentali per la crescita della società e la successiva quotazione (marzo 2019) su Borsa Italiana, diventando così l’unica piattaforma di Crowdinvesting di Piazza Affari.

 

 

 

Il collocamento di CrowdFundMe si è concluso con una capitalizzazione di oltre 13 milioni di euro, ovvero con una rivalutazione di 5,3x rispetto al 2017 e un conseguente ritorno economico per gli investitori.

 

Le risorse raccolte con l’IPO, inoltre, sono servite per continuare a espandere il business, come dimostra il principale indicatore dell’attività di CrowdFundMe: la raccolta annuale è passata da 10 milioni a più di 27 milioni del 2021.

 

 

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Casi di successo e opportunità d’investimento

 

Nel corso degli ultimi anni questa sinergia tra finanza alternativa e tradizionale si è consolidata sempre più, con l’Equity Crowdfunding che si è affermato quale tappa propedeutica a successive quotazioni in Borsa, come dimostrano anche i casi delle emittenti CleanBnB (Borsa Italiana), TrenDevice (Borsa Italiana) e i-RFK (Euronext Paris).

Da un lato, pertanto, le imprese hanno nuovi strumenti per raccogliere finanziamenti e pianificare le proprie IPO, dall’altro gli investitori ottengono una maggiore liquidità dei propri investimenti e possono monetizzare. Inoltre, tutto l’ecosistema italiano è in evoluzione; ne è un esempio il caso di Alfonsino, food delivery che si è quotato nel 2021 a seguito di un Equity Crowdfunding su 200Crowd.

 

CrowdFundMe offre l’opportunità di investire nella fase precedente, permettendo di diventare soci di aziende che non sono ancora sbarcate in Borsa e che vengono accuratamente selezionate tra quelle che presentano il maggiore potenziale di crescita. Gli investitori, sia retail che istituzionali, hanno così l’occasione di diversificare il proprio portafoglio investendo in asset non quotati.

 

CrowdFundMe, inoltre, a partire da maggio 2020 è stata autorizzata da Consob al collocamento dei minibond, potendo così offrire anche strumenti fixed income. La società è poi entrata nel registro dei listing sponsor di ExtraMOT Pro3, il segmento obbligazionario di Borsa Italiana dedicato alle società non quotate per emissioni fino a 50 milioni di euro ciascuna.
CrowdFundMe può quindi non solo emettere titoli di debito (mercato primario) ma anche quotarli e seguire l’emittente per tutta la durata dello strumento (mercato secondario). Il portale è entrato così in un nuovo mercato dalle grandi potenzialità (5,5 miliardi di euro cumulativi al 2019, di cui quasi 2 miliardi raccolti da PMI – fonte: 6° Report italiano sui minibond del Politecnico di Milano).

 

I numeri di CrowdFundMe

 

Nel primo semestre del 2021, CrowdFundMe ha registrato un valore della produzione pari a 618.064 euro, in crescita del 22% rispetto al risultato dello stesso periodo 2020 (505.269 euro), trainato dalla crescita dei ricavi, passati a 563.881 euro da 445.969.

Un trend che si è consolidato nel corso degli anni:

 

 

L’EBITDA, sempre nel primo semestre 2021, si è attestato a 27.890 euro, contro i -320.022 euro del 2020, mentre il margine in percentuale sui ricavi è arrivato a +4,95% rispetto al precedente -72%. È un risultato significativo, poiché per la prima volta è stato raggiunto un EBITDA positivo.

 

Mercato in ascesa

 

Le startup e le PMI italiane riscontrano spesso criticità nell’attivare linee di finanziamento, sia per impedimenti burocratici che per la carenza di operazioni di Venture Capital rispetto ad altri mercati esteri. Inoltre, non sempre i tradizionali canali di credito sono accessibili alle giovani imprese. Alla luce di tale contesto, il Crowdinvesting svolge un ruolo fondamentale per supportare l’economia reale ed è il motivo per cui il settore è in continua espansione.

 

Secondo l’ultimo report illustrato dal prof. Giancarlo Giudici, che guida il team di analisi Entrepreneurship Finance & Innovation del Politecnico di Milano, l’Equity Crowdfunding italiano ha registrato una crescita del 70% in Italia tra il primo semestre 2021 (in cui sono stati raccolti 65,4 milioni di euro) e il primo semestre 2020 (38,4 milioni).

 

Nel documento dell’ateneo milanese si legge un giudizio chiaro: “Pensiamo che lo sviluppo della finanza alternativa (o complementare) al credito bancario in Italia stia continuando a generare vantaggi tangibili nei tempi e costi di accesso al capitale, in una fase ancora delicata per l’economia”. Non è infatti un caso se il settore continua ad attirare sempre più player istituzionali, che con sempre maggior frequenza investono o avviano partnership con piattaforme di Crowdinvesting: Intesa Sanpaolo con Back2Work, Azimut con Mamacrowd, Banca Sella con Walliance e 4Aim Sicaf che ha lanciato un comparto dedicato al mondo Crowd.

Ad oggi, CrowdFundMe rimane un portale totalmente indipendente, che ha generato crescita organica senza aiuti esterni. Per il futuro, tuttavia, non si escludono potenziali partnership e sinergie con primari operatori della finanza tradizionale.

 

CrowdFundMe oggi

 

CrowdFundMe ha creduto nel Crowdinvesting sin dagli albori, quando il mercato era ancora una “micro-nicchia” con pochi operatori autorizzati. Oggi, il settore continua a espandersi e il portale si è affermato tra i principali leader nazionali, tagliando diversi traguardi: oltre 10.000 investitori, una raccolta complessiva di 68,5 milioni di euro e 141 imprese finanziate.

 

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