Dove investire oggi: i consigli

Dove investire oggi? Gli strumenti a disposizione sono tanti: azioni, crowdinvesting, fondi comuni, obbligazioni. Per questa ragione è importante fare una valutazione attenta prima di decidersi in un investimento.

 

Dove conviene investire oggi?

Dove investire oggi? E attraverso quali strumenti? In che nicchia? Sono domande che in tanti si fanno, soprattutto alla luce dell’impatto subìto dai modelli di business a causa del Covid-19 e delle strategie per arginarlo.

Inoltre, bisogna tenere conto che negli ultimi anni si sono prodotte notevoli innovazioni nelle modalità di investimento portate in campo dalla fintech, o tecnofinanza, che ha permesso di coniugare avanzamenti tecnologici e nuove modalità di investimento.

In questo articolo proveremo a fare un po’ di ordine. Nonostante tale contenuto non sia da considerarsi consulenza finanziaria, si forniranno spunti utili per chi vuole valorizzare i propri soldi con strumenti che vanno oltre il tradizionale mercato azionario.
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Investimenti sicuri al 4%

Gli investimenti al 4% rappresentano una prospettiva allettante, ma ottenere un rendimento così elevato comporta inevitabilmente un aumento del livello di rischio. Nel contesto degli investimenti relativamente sicuri, le opzioni disponibili includono conti deposito, titoli di Stato italiani (BTP) e titoli di stato indicizzati all’inflazione. Tuttavia anche con queste possibilità è difficile raggiungere stabilmente il 4% di rendimento, specialmente in un mercato finanziario in cui i tassi di interesse sono generalmente bassi.

Per chi è disposto ad assumersi un rischio medio, le obbligazioni possono rappresentare un’alternativa interessante. Tuttavia è essenziale selezionare attentamente i titoli per evitare perdite finanziarie significative. Le obbligazioni emesse da Paesi in via di sviluppo con outlook positivo ma problemi strutturali potrebbero offrire rendimenti del 4%, ma è vitale scegliere titoli denominati in euro o dollari per ridurre il rischio di cambio valutario.

Le obbligazioni con scadenza a lungo termine e i bond corporate del settore bancario, in Italia, possono offrire cedole consistenti, ed è comunque necessario valutare attentamente la situazione economica e finanziaria degli emittenti.

Per chi cerca rendimenti ancora più alti, l’investimento azionario rappresenta un’opzione valida. Acquistare azioni direttamente o investire in fondi comuni di investimento ed ETF offre la possibilità di ottenere rendimenti maggiori, ma anche qui è fondamentale fare ricerche approfondite e diversificare il portafoglio per ridurre il rischio. Il supporto di un consulente finanziario sarebbe opportuno.

 

Cosa rende il 5% annuo?

Raggiungere un rendimento del 5% negli investimenti finanziari richiede una strategia particolarmente studiata, insieme ad una corretta gestione del rischio. Non c’è infatti alcuna garanzia che il capitale investito riesca a fornire un simile rendimento. I fattori in gioco sono diversi, e i più significativi, in un contesto di rischio medio basso, sono l’orizzonte temporale dell’investimento e una corretta diversificazione tra azioni e obbligazioni.

Il tempo può essere un alleato prezioso per un investitore. Un periodo di investimento a lungo termine, come 10 anni, permette infatti di superare le fluttuazioni del mercato, traendo quindi beneficio dagli aumenti di valore nel corso del tempo.

La diversificazione tra asset azionari ed obbligazionari deve essere tenuta assolutamente in considerazione. Un mix bilanciato di azioni e obbligazioni, ovvero il 75% in azioni e il 25% in obbligazioni, può essere una strategia interessante. La scelta di strumenti come ETF, ovvero fondi di investimento quotati in borsa può inoltre offrire maggiore versatilità e performance migliorate rispetto ai fondi d’investimento tradizionali.

Vanno poi sempre tenuti in considerazione i costi associati agli investimenti. Anche un rendimento del 5% può essere eroso da commissioni e spese di gestione. Ridurre al minimo i costi può consentire la salvaguardia del ROI nel lungo termine.

 

Investire per difendere i propri risparmi

Attualmente sono molte le potenziali soluzioni per chi vuole investire, tanto sui mercati finanziari quanto attraverso altre soluzioni. Quello degli investimenti è un tema sempre più importante perché la crescita dell’inflazione impone strategie per tutelare i propri capitali.

Lasciando i risparmi sui conti correnti si rischia infatti di vedergli perdere valore. Secondo i dati ISTAT, negli ultimi due anni si è prodotta una perdita del potere d’acquisto pari al 9,8% in tutti i capitali rimasti congelati nei conti correnti.

Alla luce di questo dato, la scelta di investire non dovrebbe essere più considerata un semplice azzardo o una pura forma di speculazione finanziaria. Investire vuol dire anche difendere i propri risparmi o, in un contesto di innovazione come nel caso dell’equity crowdfunding, si può scegliere di investire per entrare a far parte della innovazione e puntare sulle startup o sulle PMI ad alto potenziale di crescita.

 

Dove investire oggi piccole somme?

Investire somme modeste, specie online, offre vantaggi significativi. Si tratta di una pratica che non solo protegge il potere d’acquisto degli investitori, ma consente anche di partecipare finanziariamente a realtà come startup innovative e PMI ad alto impatto.

Gli investimenti online possono iniziare anche da soli 50 euro. Una somma che rappresenta un incentivo per i nuovi investitori, aprendo la strada a portafogli più diversificati nel medio e lungo termine. Le opzioni per investire piccole somme online, conosciute anche da chi frequenta queste pagine, sono presto dette e includono buoni fruttiferi postali, investimenti in azioni come Amazon, interesse composto, conti deposito, piani di accumulo capitale (PAC), investimenti con piattaforme di trading online, ETF (Exchange Traded Funds) e, appunto, il crowdfunding.

 

Quanti soldi ci vogliono per stare tranquilli?

Chi investe non ha necessariamente come obiettivo l’arricchimento o un significativo ritorno di investimento. Spesso l’obiettivo la difesa del proprio capitale dall’erosione dovuta all’inflazione. È questo il tipico caso di chi investe con un approccio conservativo. È altrettanto possibile che si investa, con basso profilo di rischio, per cercare una relativa tranquillità economica.

Determinare la quantità di soldi necessaria per sentirsi tranquilli dipende da alcuni fattori. La regola comune suggerisce di accantonare almeno da 3 a 6 mesi di spese mensili come fondo di emergenza. Questo valore si calcola basandosi sulle uscite mensili e considerando fattori come il reddito, le spese correnti, gli immobili di proprietà, la stabilità lavorativa e le eventuali entrate aggiuntive della famiglia.

Ad esempio, se si ha un lavoro a tempo indeterminato, un fondo di emergenza di 3 mesi potrebbe essere sufficiente. Tuttavia, se sei un lavoratore autonomo con spese fisse elevate, potresti aver bisogno di riservare fino a 6 mesi di spese mensili. Questo fondo di emergenza offre una rete di sicurezza nel caso di perdita del lavoro o altre emergenze finanziarie, garantendo tranquillità finanziaria nel medio termine e la capacità di affrontare imprevisti senza difficoltà finanziarie.

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Dove investire, concretamente, oggi?

Le modalità di investimento dunque sono molteplici. Di seguito un elenco che passa in rassegna le principali possibilità che si presentano agli occhi di un investitore

Tra le opzioni principali ci sono:

Ognuna di queste possibilità presenta dei potenziali vantaggi e dei rischi, senza dimenticare come ogni investimento deve essere calibrato sulla base dei propri obiettivi. Se ad esempio un investitore vuole ottenere un ritorno economico che sia almeno il doppio dell’inflazione, allora il conto deposito potrebbe non essere la soluzione ideale. In molti casi, infatti, offrono rendimenti bassi e al di sotto dell’aumento generale dei prezzi.

Un altro fattore da considerare è l’orizzonte temporale dell’investimento, se si ha un’ottica di lungo periodo o di breve periodo. L’espressione orizzonte temporale corrisponde, nella pratica, all’arco di tempo nel quale l’investitore decide di rinunciare ad una parte della propria disponibilità finanziaria, tenendo sempre in considerazione le necessità del proprio bilancio personale.

 

Cos’è un portafoglio finanziario

Prima di decidere come investire occorre capire cos’è un portafoglio finanziario. Con questo termine si intende l’insieme delle attività finanziarie detenute da una persona o da un’istituzione, comprese le società e i fondi.

Il portafoglio può contenere azioni, obbligazioni, liquidità, materie prime, o altri strumenti finanziari come fondi e polizze. E può includere anche titoli non negoziabili, ad esempio opere d’arte o investimenti privati.

Un portafoglio finanziario si compone attraverso due principali criteri: l’asset class e l’asset allocation. L’asset class permette di definire i diversi gruppi di investimenti finanziari in base a logiche di specificità e di performance, o rendimento, sul mercato. L’asset allocation permette di definire, in termini percentuali, il capitale di rischio ripartito nelle diverse classi di investimento.

 

L’importanza del profilo di rischio

Prima di passare in rassegna le diverse possibilità di investimento. sono necessarie alcune premesse. Non esistono investimenti sicuri al 100% che offrono un alto rendimento inoltre, per comprendere la strategia d’investimento migliore a livello individuale, vanno considerati due fattori legati al profilo di rischio:

  • la capacità di rischio, ovvero la capacità del cliente di assorbire una eventuale diminuzione del valore degli investimenti senza che la perdita comporti un effetto negativo sullo standard di vita
  • la propensione al rischio, che indica la capacità di sopportazione del rischio di un investitore. In pratica, possono esserci persone che preferiscono avere rendimenti bassi e investimenti a basso rischio. Altri investitori invece prediligono attività più rischiose ma anche, potenzialmente, più remunerative.

 

Scegliere i libretti postali di risparmio

Una prima possibilità d’impiego dei propri capitali è data dai libretti postali. Si tratta di strumenti di risparmio offerti da Poste Italiane, emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. I libretti postali sono, in estrema sintesi un conto corrente bancario, con cui è possibile depositare e ritirare denaro e in qualsiasi momento, senza alcun vincolo temporale o obbligo di versamenti periodici.

Esistono diversi tipi di libretti postali, tra cui:

  • Libretto Postale Ordinario
  • Libretto Postale di Risparmio
  • Libretto Smart
  • Libretto Giovani.

I tassi di interesse variano in base al tipo di libretto scelto, così come l’età minima di apertura e la possibilità di svolgere operazioni online possono essere diverse. Anche la tassazione sui libretti postali varia in base al tipo di libretto, oltre che al reddito del titolare. In generale i rendimenti dei sono soggetti ad una tassazione:

  • del 26% per i redditi inferiori a 5.000 euro
  • del 26% più una addizionale del 3% per i redditi superiori a ai 5.000 euro.

I rendimenti dei libretti postali sono generalmente piuttosto bassi, ma in compenso offrono la garanzia del rimborso del capitale investito, senza dimenticare la possibilità di effettuare prelievi in qualsiasi momento senza penalizzazioni. Sono quindi utilizzati come strumenti di risparmio sicuri e convenienti, specie per chi non vuole correre rischi e preferisce avere sì un basso rendimento, ma a favore di una maggiore tranquillità.

 

Investire in materie prime

Investire in materie prima significa investire in beni grezzi usati per la produzione di beni finiti. Le materie prime, chiamate anche commodities, si dividono in:

  • soft, quando sono allevate o coltivate. È il caso delle materie prime agricole e della carne
  • hard, quando sono prodotti energetici, metalli industriali e metalli preziosi.

Questo tipo di investimento è in grado di offrire sia diversificazione nel portafoglio di investimento, sia protezione contro l’inflazione. Le modalità con cui investire in materie prime possono essere diverse e avvengono attraverso l’acquisto di:

  • azioni di società che producono o estraggono materie prime
  • fondi di investimento specializzati in commodities
  • contratti future oppure opzioni sulle materie prime.

Oltre a fornire protezione contro l’inflazione e la possibilità di guadagnare in periodi di forte volatilità dei mercati finanziari, investire in materie prime presenta anche dei rischi, come ad esempio la volatilità dei prezzi e la dipendenza dalle condizioni economiche e geopolitiche globali.
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Investire in azioni

L’azione rappresenta una quota del capitale di un’azienda. Possedere un pacchetto di azioni pertanto comporta l’essere proprietari di una percentuale della società.

Cosa vuol dire allora investire in azioni quotate? Significa in sostanza acquistare parte di un’azienda quotata in Borsa, di cui si diventa soci. Lo scopo dell’investimento è quello di generare nel tempo un ritorno economico, definito anche ROI (return of investiment) per esempio rivendendo le azioni quando il loro prezzo sarà aumentato. Oppure si può mantenere il possesso degli asset per ricevere gli eventuali dividendi, qualora la società decidesse di distribuire gli utili.

In che modo sono distribuiti gli utili? Periodicamente, ad esempio con la trimestrale o la semestrale, le società presenti in Borsa sono obbligate a presentare un resoconto dei risultati di bilancio. All’interno di tali comunicazioni sono indicati gli utili generati nel periodo di riferimento. A questo punto la dirigenza della società può proporre agli azionisti la loro distribuzione, totale o parziale.

Nella modalità più semplice, l’utile viene suddiviso per il numero di azioni. Esistono tuttavia dei casi particolari. Si pensi alle azioni privilegiate o quelle di risparmio, che hanno diritto a una percentuale di distribuzione maggiore rispetto alle azioni standard.

 

Diventare azionisti e poter guadagnare

Dopo aver acquistato azioni ed essere quindi divenuti soci, si ha generalmente la facoltà di partecipare in parte alla gestione dell’impresa. Questa gestione accade attraverso un diritto di voto che è proporzionale alla percentuale posseduta, da far valere durante le assemblee.

Bisogna tuttavia fare attenzione: i piccoli azionisti non possono fare nulla a meno che non si aggreghino, in modo tale da avere una percentuale complessiva più incisiva.

Chi possiede un’azione ha due modalità per guadagnare:

  • incassando il dividendo
  • rivendendo le azioni in possesso qualora il loro valore fosse aumentato.

Bisogna sempre ricordare che il prezzo delle azioni oscilla: può accrescere o diminuire. Solitamente il valore delle azioni dipende dall’andamento dell’azienda. Per esempio, se una società pubblica un bilancio con un chiaro aumento degli introiti e con una previsione di ulteriore espansione, il prezzo potrebbe salire. In caso di dati negativi e prospettive poco incoraggianti, il valore potrebbe scendere.

Inoltre, vi sono anche contesti generali e macroeconomici che possono impattare sul prezzo delle azioni. Se ad esempio le prospettive economiche di una nazione vengono giudicate positivamente dai mercati per le scelte del suo Governo, sono più probabili dei rialzi in Borsa.

 

Investire in obbligazioni

L’obbligazione, o bond, non è altro che un prestito accordato a una banca, un’azienda o un Paese. Questo prestito permette, dopo un certo periodo di tempo prestabilito e definito scadenza, di ricevere indietro il proprio capitale, guadagnando tramite l’interesse, che prende il nome di cedola, pagato periodicamente per aver prestato il denaro.

Tra le tante tipologie di obbligazioni ci sono, per esempio:

  • i BOT, buoni ordinari del Tesoro
  • i BTP, buoni del Tesoro Poliennali.

Sono mezzi utilizzati dallo Stato italiano per finanziare gli investimenti, legati a doppio filo alla credibilità finanziaria del Paese, che si misura tramite strumenti quali il rating e lo spread. Se il primo deve essere il più alto possibile per garantire solidità allo Stato, come l’esempio della AAA di Standard & Poor’s e quindi all’investimento, producendo come conseguenza il pagare meno interessi, lo spread funziona all’esatto contrario: più è basso e meno costerà finanziarsi sul mercato, pagando gli interessi dovuti.

I bond sono considerati strumenti sicuri perché garantiscono un ritorno fisso sull’investimento ma non sono esenti da rischi, come ad esempio il rischio default, soprattutto degli Stati con meno solidità finanziaria. Celebre il caso dei bond argentini, acquistati perché garantivano alti rendimenti ma improvvisamente crollati di valore a causa del default dello Stato che li aveva emessi.

Negli ultimi anni, in verità, le obbligazioni hanno avuto rendimenti poco performanti e sono quindi state meno attraenti per gli investitori. Ora le condizioni potrebbero cambiare, visto anche il mutato panorama macroeconomico.

 

PAC, cos’è e come funziona

Il PAC, Piano di Accumulo di Capitale, è uno strumento che sta aumentando la popolarità anno dopo anno. Questo perché sempre più investitori lo considerano un modo vantaggioso per risparmiare e valorizzare i propri soldi.

Ma bisogna sempre porre attenzione ai costi, e valutare bene i rischi e i benefici annessi. Un piano di accumulo di capitale consente di accantonare una cifra con rate periodiche che vengono poi investite da un operatore intermediario (per esempio banche o società di gestione del risparmio).

Generalmente, il cliente può scegliere se pagare con cadenza mensile o annuale. In questo modo è facile controllare il proprio bilancio e investire senza sborsare cifre astronomiche in un colpo solo.

Magari avviando un PAC azionario, i cui fondi saranno tutti investiti in azioni, da 100 euro al mese. E grazie all’interesse composto, che consiste nel reinvestire i profitti ottenuti dall’investimento, nel lungo termine i soldi accumulati sono destinati a variare in base all’andamento degli investimenti, con buone probabilità di crescita se si è disposti ad attendere il momento giusto per disinvestire.

 

Chi può sottoscrivere un PAC

La risposta è semplice: tutti i risparmiatori possono decidere di sottoscriverlo, perché solitamente non si richiedono requisiti speciali. Naturalmente bisogna fare delle distinzioni in base alla tipologia di PAC.

I piani dedicati ai minorenni oppure ai pensionati fanno eccezione, e hanno requisiti ad hoc. Il sottoscrittore ha comunque sempre la facoltà di valutare proposte di PAC da diversi enti erogatori. E una volta avviato il piano, si può successivamente modificare la periodicità dei versamenti o anche sospendere e revocare tale piano.

Prima di firmare, è bene consultare persone di fiducia e assicurarsi di aver capito tutte le clausole e i costi contenuti del contratto.

 

Investire in un conto deposito

Il conto deposito è uno strumento di investimento particolare. La prima caratteristica è che si appoggia a un conto corrente tradizionale. Tramite questa modalità permette di ottenere, sulle somme selezionate per il conto deposito in banca, una rendita a rischi bassissimi. Però anche il rendimento è generalmente contenuto.

Nella pratica, il conto deposito prevede un’operatività ridotta con il vincolo di una somma, selezionata dal cliente, per un determinato periodo. Ad esempio, posso vincolare 5.000 euro per 6 mesi, durante i quali non potrò utilizzare i soldi vincolati, e riceve il tasso d’interesse previsto dalla banca.

Esistono durate anche di 3, 12, 18 o 60 mesi. Maggiore il periodo, più cospicua la proposta di rendimento della banca. Se il risparmiatore ha facoltà di prelevare il capitale depositato prima della scadenza, allora rischia di incappare nel pagamento di una penale che si concretizza in una riduzione parziale, o totale, degli interessi maturati nel tempo.

 

Obbligazioni societarie investment grade

Le obbligazioni investment grade sono titoli di debito emessi da società o enti governativi considerati di qualità creditizia relativamente elevata. “Investment grade” indica che queste obbligazioni sono ritenute sicure con rischio di credito relativamente basso.

La loro valutazione avviene da parte di agenzie di rating del credito quali Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, che assegnano loro una valutazione basata sulla capacità dell’emittente di rimborsare il debito. Nello specifico, la classificazione come “grado d’investimento” avviene nei casi di valutazione di BBB o superiore da parte delle agenzie di rating, e le categorie comuni includono AAA, AA, A e BBB.

All’interno della categoria “investment grade”, ci possono comunque essere differenze di rischio. Ad esempio, le obbligazioni con una valutazione AAA sono considerate di qualità superiore rispetto a quelle con una valutazione BBB. Gli investitori spesso considerano le obbligazioni investment grade come una più sicura rispetto alle obbligazioni ad alto rendimento o “high yield”, che sono emesse da entità con una qualità creditizia inferiore.

Le obbligazioni investment grade sono spesso preferite da investitori e istituzioni che cercano un flusso di reddito stabile e sono disposti ad accettare un rendimento inferiore in cambio di una maggiore sicurezza creditizia.

 

Fondi monetari

I fondi monetari sono strumenti utili alla gestione della liquidità per aziende assicurative, fondi pensione e fondazioni. Questi fondi, che hanno raggiunto una dimensione di circa USD 5.100 miliardi negli Stati Uniti e 1.000 miliardi di USD in Europa, investono principalmente in strumenti a breve termine quali obbligazioni a tasso variabile e depositi a termine. Sono altamente liquidi e offrono diversificazione, accanto ai depositi bancari tradizionali.

La loro utilità risiede nella gestione efficiente della liquidità, permettendo agli investitori di partecipare a un portafoglio più diversificato. I fondi monetari sono comunque soggetti a limiti di liquidità, durata e requisiti di rating, al fine di garantire la sicurezza degli investimenti.

Gli investitori privilegiano i fondi monetari proprio per la loro elevata liquidità, la possibilità di accesso quotidiano al contante investito e per i rendimenti competitivi rispetto ai tassi di interesse correnti. Va specificato che la definizione di “fondo monetario” è ampia e copre diversi tipi di fondo oltre che di orizzonti temporali di investimento. È particolarmente importante per gli investitori esaminare attentamente il prospetto del fondo per valutare il profilo di rischio.

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Certificati di deposito

I certificati di deposito sono prodotti bancari di investimento in cui il denaro viene depositato presso un istituto di credito ed è vincolato per un periodo concordato. Alla scadenza del certificato, il cliente si vede restituito il capitale con gli interessi maturati nel frattempo.

I certificati di deposito offrono un basso rischio e rendimenti stabili e prevedibili. La loro durata può variare dai 2 ai 5 anni, e il rendimento può essere fisso o variabile, con interessi pagati periodicamente o alla scadenza. Esistono diverse tipologie di certificati di deposito, come quelli a tasso fisso, a tasso fisso con premio finale, a tasso fisso one coupon, quindi con pagamento in unica soluzione, a tasso fisso crescente step-up, ovvero a tasso fisso crescente su basse annua, e infine a tasso variabile. La scelta dipende dalle preferenze del cliente in termini di rendimento e modalità di pagamento degli interessi. La versatilità è un vantaggio tipico di questa forma di investimento.

I certificati di deposito offrono una buona sicurezza del capitale investito, grazie all’azione del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, in grado di garantire protezione fino a 100.000 euro in caso di insolvenza della banca. Ulteriori vantaggi includono tassi di interesse garantiti, liquidità garantita, con costi previsti in caso di sblocco anticipato, facilità d’accesso e la possibilità di diversificare il portafoglio con uno strumento sicuro.

 

Investire in fondi comuni

Investire in fondi comuni vuol dire partecipare alla raccolta di capitale da parte di più risparmiatori. Il capitale raccolto viene gestito da professionisti, che si incaricano di diversificare l’investimento in strumenti quali obbligazioni, azioni, oppure materie prime.

E proprio la diversificazione è uno dei due pilastri che reggono i fondi comuni, insieme agli operatori specializzati, che operano scelte di investimento con l’obiettivo di massimizzare i profitti e minimizzare i rischi complessivi.

In un fondo comune convergono quindi tre principali realtà. Innanzitutto i risparmiatori, con il proprio capitale. Seguono le SGR, le Società di Gestione del Risparmio, che si occupano sia di raccogliere sia di gestire il capitale raccolto. Infine c’è la banca depositaria, che custodisce i titoli. Questa funzione è estremamente importante, perché permette di separare il patrimonio riconducibile al fondo dai patrimoni della SGR e della banca che ha gestito la vendita delle quote del fondo.

Il capitale viene versato in un fondo comune attraverso due modalità: il piano di accumulo oppure il piano di investimento capitale, che si esplica con un versamento in unica soluzione.

 

I buoni fruttiferi postali

I buoni fruttiferi postale, così come i libretti di risparmio postale, rappresentano quanto viene definito risparmio postale. Sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, S.p.A. controllata dal Ministero della economia e delle finanze, sono venduti da Poste Italiane e sono garantiti dalla Stato.

Attualmente sono presenti sia in forma cartacea che in forma dematerializzata, e possono essere definiti come titoli che garantiscono che il capitale investito sia restituito, con relativi interessi. Sono titoli piuttosto sicuri, con rendimento basso, perché non sono soggetti alle conseguenze della volatilità del mercato.

Allo stesso tempo, hanno una tassazione piuttosto bassa, pari al 12,5%, e il loro rendimento nominale parte da percentuali dello 0,15%, per quindi salire.

 

Crowdinvesting: Equity Crowdfunding e minibond

Il Crowdinvesting è una modalità di investimento che consente a tutti, persone fisiche e giuridiche, di investire online in startup e PMI che non sono quotate in Borsa, e si divide in due categorie principali:

L’Equity Crowdfunding, in particolare, permette di investire nelle società che puntano aumenti di capitale attraverso le piattaforme web autorizzate. In parole semplici, si tratta di finanziare un’impresa attraverso una raccolta aperta anche a investitori comuni.

In Borsa questa attività si può svolgere attraverso l’acquisto di azioni, grazie a un qualsiasi sistema di trading. Ma per investire in aziende non quotate, senza soluzioni fintech, servirebbero un notaio e tanti passaggi burocratici. Inoltre è molto difficile entrare in contatto con startup e PMI che deliberano aumenti di capitale, per la maggior parte delle persone è nei fatti impossibile.

L’Equity Crowdfunding invece risolve tutti questi problemi, permettendo a tutti di investire, anche importi relativamente contenuti, come ad esempio 5000 euro. È importante ricordare che si tratta di un investimento ad alto rischio, per cui è bene conoscerne tutti gli aspetti prima di iniziare.

I minibond sono invece degli strumenti obbligazionari, la cui sottoscrizione richiede però determinati requisiti. Pertanto ci concentreremo sull’Equity Crowdfunding, aperto a tutti.

 

Come guadagnare con l’Equity Crowdfunding

Esistono tre modalità di monetizzare il guadagno per chi ha investito in Equity Crowdfunding:

  • la startup o la PMI realizza una Exit: un fondo, un grande investitore o un’azienda più grande decide di comprare la startup nel suo complesso e acquista quindi tutte le quote dei soci. La società nel corso del tempo dovrebbe aver aumentato il proprio valore, così da consentire una plusvalenza ai soci
  • la società si quota in Borsa: a quel punto l’investitore si ritrova azioni vendibili facilmente tramite i sistemi messi a disposizione dalle banche o dal sistema finanziario selezionato dall’investitore
  • le bacheche elettroniche offerte da alcuni portali: sono strumenti digitali per mettere in contatto investitori e potenziali acquirenti. Senza l’intervento delle piattaforme, l’investitore può pubblicare un annuncio di vendita delle sue quote, al valore che preferisce.

Come funziona nel dettaglio una bacheca elettronica? Chi è interessato a comprare, può selezionare l’annuncio e ricevere via mail degli alert quando qualcuno mette in vendita una quota. A quel punto le due parti, l’offerente e il potenziale acquirente, possono realizzare autonomamente una trattativa e vendere oppure acquistare.

 

Quanto rende l’Equity Crowdfunding

Fare una previsione certa di rendimento nell’Equity Crowdfunding è impossibile. Ci sono startup che falliscono e altre che aumentano il proprio valore con andamento esponenziale. Perciò, prima di seguire il potenziale consiglio di investirci, risulta utile osservare un caso di successo pratico.

A livello di Exit tramite quotazione si può citare CleanBnB, realtà leader nel mercato degli affitti brevi in Italia, e approdata su Borsa Italiana nel 2019. L’emittente ha debuttato su Piazza Affari con una capitalizzazione di circa 14 milioni di euro, una cifra in netta crescita rispetto al valore pre-money della prima campagna di Equity Crowdfunding, pari a 400.000 euro, e anche della seconda, arrivata a 4 milioni di euro.

L’investimento in Equity Crowdfunding è considerato un investimento ad alto rischio, e per questo può portare anche rendimenti molto elevati in caso di successo. Le startup infatti hanno un tasso di sopravvivenza basso per loro natura. La possibilità di ottenere grandi ricavi va di pari passo con la possibilità di perdere quanto investito, in caso di fallimento, oppure di non veder crescere l’investimento, se l’azienda viene svalutata.

Per questo quando si crea un portafoglio di investimenti, tra le regole generalmente valide gli esperti suggeriscono di diversificare. Come sottolinea Pictet: “Una corretta diversificazione degli investimenti rende il portafoglio meno rischioso rispetto all’investimento in un’unica asset class o in un unico titolo”. È più prudente non investire tutti i propri soldi in una sola azienda o in un solo settore economico.

 

Crowdfunding immobiliare, come funziona

L’Equity Crowdfunding comprende anche il Real Estate Crowdfunding, ovvero campagne dedicate a operazioni di compravendita, ma non solo, immobiliari.

Le operazioni e i progetti di crowdfunding immobiliare possono essere di varia natura:

  • Buy-to-Sell: si tratta dell’acquisizione di una o più aree edificabili o immobili esistenti con successiva costruzione/ristrutturazione al fine di vendere le strutture
  • Rent-to-Rent: l’azienda affitta una o più strutture che sono a loro volta subaffittate
  • Buy-to-Let: consiste nell’acquisto di uno o più immobili che vengono messi a reddito tramite affitto. In alcuni casi la messa in affitto avviene dopo lavori di ristrutturazione.

Queste operazioni consentono tendenzialmente ai soci di ricevere dividendi con frequenza che può essere annuale o, distribuita su più anni. Oppure permettono di ottenere un rimborso della somma investita, più gli utili maturati, dopo la vendita di tutti gli immobili previsti.

Investire nel settore immobiliare viene percepita come una delle attività più solide e sicure. Grazie all’affermazione del Real Estate Crowdfunding e all’utilizzo di piattaforme come CrowdFundMe, l’investimento in tale settore è diventato davvero alla portata di tutti. Infatti, sono cadute le tradizionali barriere dovute a costi elevati e burocrazia.

Con il Real Estate crowdfunding si può “investire sul mattone” facilmente, online e a partire da piccole cifre. Bastano pochi minuti e quello che prima era riservato soprattutto a grandi investitori professionali è disponibile a tutto il pubblico.

 

Vantaggi del crowdfunding immobiliare

Ecco dunque i principali vantaggi di questo tipo di investimento:

  • è utile per bilanciare e diversificare il proprio portafoglio, inserendo al suo interno, accanto a investimenti in startup e innovazione o minibond, anche progetti immobiliari.
  • offre l’opportunità di entrare a cifre contenute sul mercato immobiliare senza seguire direttamente le parti di costruzione o ristrutturazione e affitto o vendita
  • consente di sfruttare il lavoro delle piattaforme di crowdfunding in fase di selezione dei progetti
  • l’investitore gode dell’assenza quasi totale della parte burocratica
  • c’è il beneficio che deriva da un investimento in un bene concreto.

Fare un investimento immobiliare sulle piattaforme autorizzate è molto semplice: si seleziona il progetto, in questo caso immobiliare, di propria scelta. A questo punto si valutano le informazioni fornite dalle piattaforme. Una volta che si è convinti, si procede cliccando sul tasto “Investi”.

Ultimo passaggio è la scelta della cifra da investire. Ogni campagna di Real Estate crowdfunding ha una cifra minima di investimento, ma è possibile investire quanto si preferisce. L’utente, così come per le altre campagne di Crowdfunding, riceverà una mail con tutte le indicazioni del suo investimento, insieme il codice Iban per poter inviare il bonifico.

Finché non sarà inviato il bonifico, l’investimento non sarà realizzato. E naturalmente, nel caso in cui la campagna non raggiungesse l’obiettivo minimo, i soldi investiti saranno stornati sui conti degli investitori e l’investimento è di fatto annullato.

 

Mercato dell’Equity Crowdfunding, alcuni dati

A differenza di mercati come Usa e Regno Unito, in Italia l’Equity Crowdfunding è meno conosciuto. E il suo giro d’affari è minore anche se sta registrando una continua crescita. Persino la pandemia non è riuscita a bloccare né rallentare l’espansione di questo settore. Anzi, nei primi 6 mesi del 2021 è stata registrata un’accelerazione impressionante: la raccolta ha superato quota 87 milioni di euro.

Parliamo di più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2020 quando, nonostante l’impatto del Covid, aveva comunque raggiunto il record di circa 40 milioni contro i 27 milioni del 2019. Tali dati sono stati raccolti Crowdfunding Buzz, testata specializzata in questo settore. Il suo editore, EdiBeez, ha recentemente concluso proprio una campagna di Equity Crowdfunding di successo.

Circa l’andamento del mercato, il giudizio sul Crowdinvesting degli esperti del Politecnico di Milano è chiaro. Nel 4° Quaderno di Ricerca dell’ateneo, relativo al primo semestre 2021, è stato infatti sottolineato che “lo sviluppo della finanza alternativa (o complementare) al credito bancario in Italia stia continuando generato vantaggi tangibili nei tempi e costi di accesso al capitale, in una fase ancora delicata per l’economia”.

Inoltre: “le filiere che analizziamo in questa ricerca hanno consentito a tante PMI italiane, fino a pochi anni fa escluse da questa opportunità, di incrementare la propria competitività e ottenere vantaggi non solo in termini di maggiore inclusione e diversificazione delle fonti, ma anche di accresciute competenze manageriali, visibilità sul mercato, maggiori opportunità di investimento”.

 

Investimenti immobiliari

Un settore in forte crescita è dato dagli investimenti immobiliari, il cui volume si è assestato intorno ai 12 miliardi di euro, in Italia, nel 2022. Esistono diversi tipi di investimenti immobiliari, tra i quali si possono indicare l’acquisto di proprietà immobiliari per:

  • locazione, quindi per affitto, ad uso abitativo così come ad uso commerciale
  • rivendita, anche in seguito a riammodernamento dell’immobile, così da determinarne un apprezzamento sul mercato.

Vanno anche ricordati gli acquisti di immobili all’estero e l’investimento in fondi immobiliari. I vantaggi degli investimenti immobiliari includono la possibilità di:

  • ricavare un reddito passivo dall’affitto della proprietà acquistata
  • ottenere un profitto dalla rivendita dell’immobile
  • proteggere il patrimonio dalla svalutazione della moneta dall’inflazione
  • diversificare il portafoglio di investimenti.

Vanno comunque tenuti in considerazione i possibili rischi, come ad esempio la necessità di impiegare una quantità importante di capitale iniziale, la possibilità di subire perdite finanziarie, se l’immobile non è in affitto, non viene venduto in tempi utili o subisce una diminuzione del valore di mercato.

 

Il mercato europeo del crowdfunding immobiliare

A livello continentale secondo Mordor Intelligence il mercato europeo, incluso Regno Unito, del Crowdinvesting, senza tenere conto del Crowdlending, raggiungerà un valore di 3,5 miliardi di dollari entro il 2026 (oltre 3 miliardi di euro), registrando un CAGR, ovvero un tasso annuo di crescita composto, del 6,8% tra il 2021 e il 2026.

Risultano particolarmente interessanti mercati come Francia e Germania, oltre all’Italia. Secondo il report 2021 di CrowdfundingHub, il Crowdfunding francese, considerando Equity, Donation e Lending, nel 2020 ha raggiunto un valore di raccolta pari a 1,02 miliardi di euro mentre quello tedesco è arrivato a 1,26 miliardi. L’analisi sottolinea inoltre che: “nei prossimi 5 anni, il regolamento ECSP non solo promuoverà lo sviluppo del Crowdfunding in più Paesi in Europa, ma garantirà inoltre che il Crowdfunding sia integrato come componente chiave nel mercato dei capitali dell’Unione Europea”.

In questo modo: “si rafforzerà la collaborazione tra le autorità pubbliche e le piattaforme di Crowdfunding per i modelli di match-funding. Consentirà inoltre di distribuire fondi privati e pubblici, compresi i Fondi strutturali europei, attraverso piattaforme di Crowdfunding”. Andando così a consolidare il trend di crescita del settore, che procede dal 2013 come indicato da un report della Commissione europea. Tra le principali piattaforme del continente si segnalano:

  • Anaxago e Wiseed in Francia
  • Companisto e Seedmatch in Germania
  • Startupxplore e The Crowd Angel in Spagna
  • Invesdor in Finlandia.

 

Casi di successo dell’Equity Crowdfunding

Tra i case history, oltre alla già citata CleanBnB, si potrebbero fare tanti nomi. Tra cui Winelivery, il delivery delle bevande che ha chiuso 3 Equity Crowdfunding per oltre 1,7 milioni di euro da 769 investitori. Risorse che sono servite per sostenere un percorso di sviluppo che ha portato la società a essere annoverata nella top 10 dell’ultima classifica del Financial Times, dedicata alle imprese a più rapida crescita. Il fatturato di Winelivery è infatti passato da 111.500 euro del 2017 a oltre 7,3 milioni nel 2020.

Un altro esempio di successo è Sportit, ovvero la società che possiede Snowit, app che consente di prenotare skipass, attrezzatura da neve ed esperienze in montagna: ha venduto il 33,33% del capitale sociale al gruppo FNM, che controlla Ferrovie Nord Milano e detiene partecipazioni in altre infrastrutture di mobilità.

Un’operazione, annunciata a fine 2021, da 2,5 milioni di euro in ottica di open innovation. A valle di tale dinamica il valore di Sportit è attualmente pari a 8 milioni di euro, in rialzo del 100% dai 4 milioni pre-money della raccolta del 2019, ii oltre 430.000 euro da 290 soci, su CrowdFundMe.

 

Il caso Rinofanto

A livello di Real Estate Crowdfunding possiamo citare Rinofanto, una società di sviluppo immobiliare che può vantare un comprovato track record di successo. Difatti, ha già dimostrato concretamente le proprie competenze, in Italia e all’estero, con progetti di rilievo tra cui Corte del Tiglio, operazione finanziata tramite il Real Estate Crowdfunding nel 2021.

Si tratta di un progetto buy-to-sell, nella città di Milano, per la vendita di 5 eco smart apartment. Nonostante l’impatto del coronavirus e l’aumento del costo dei materiali, Rinofanto ha rispettato tutte le previsioni del piano in termini di tempistiche dei lavori, accordi di vendita e ROI, un ritorno dell’investimento dell’11%.

Gli eco smart apartment sono piaciuti anche in termini di design. Non è un caso che il magazine AD abbia dedicato un approfondimento con tanto di fotoreportage. La testata ha evidenziato che grazie alla tecnologia idroponica: “Corte del Tiglio è un passo in avanti verso una nuova configurazione dei centri urbani a ridotto impatto ambientale”. Inoltre, è “il primo complesso abitativo milanese capace di produrre alimenti per la comunità residenziale”.

L’iter per rimborsare gli investitori del capitale e dei rispettivi guadagni inizierà verso la fine di maggio 2022. L’effettivo versamento delle rispettive somme avverrà una volta ultimate tutte le pratiche. Si tratta dunque di un esempio concreto di successo del Crowdfunding Immobiliare. Con un guadagno concreto per gli investitori.

 

Altre nicchie per investire con il crowdfunding

Non si possono trascurare altre nicchie di riferimento, per chi volesse investire del capitale per mezzo del crowdfunding. Questa raccolta di capitale dalla folla permette infatti di poter investire in altre nicchie quali:

Questo semplice elenco, in conclusione, dà conto delle potenzialità di questa forma di investimento, che riesce a coniugare bisogni del mercato, rispetto dell’ambiente, innovazione e partecipazione.
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